Nelle Marche, il fenomeno del riciclaggio di denaro sporco continua a rappresentare una delle principali minacce per l’economia locale.
A lanciare l’allarme è la procuratrice regionale della Corte dei Conti, Alessandra Pomponio, che ha evidenziato come il malaffare cerchi di infiltrarsi nell’economia legale per ripulire denaro proveniente da attività illecite, incluse quelle legate al traffico di droga.
La regione, caratterizzata da un’economia particolarmente attiva, diventa terreno fertile per la criminalità organizzata che sfrutta le falle normative e interpretative per trarre vantaggi, non sempre in contrasto con la legge ma spesso con intenti elusivi. Oltre al riciclaggio, la procura contabile ha individuato un’altra criticità nel fenomeno dell’indebita percezione di contributi pubblici, reso ancora più preoccupante dalle continue modifiche normative che complicano il controllo da parte delle istituzioni.
Uno degli ambiti più delicati è quello dei crediti garantiti dallo Stato, spesso concessi tramite istituti bancari che, come osservato dalla procuratrice, hanno scarso interesse a effettuare controlli approfonditi. La sicurezza della garanzia statale in caso di mancata restituzione dei prestiti riduce la responsabilità degli istituti di credito, rendendo il sistema vulnerabile a operazioni fraudolente.
Un ulteriore problema riguarda l’uso improprio di bonus edilizi e crediti d’imposta, concessi con mere autocertificazioni senza che vi sia effettiva verifica dell’attività di formazione o sviluppo per cui sono stati richiesti. La Corte dei Conti delle Marche si trova quindi a dover rincorrere costantemente le evoluzioni normative per individuare e contrastare gli abusi, in particolare quelli legati ai finanziamenti erogati per far fronte alle difficoltà economiche causate dalla pandemia e dalle crisi settoriali.