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Lavorare nelle Marche è più rischioso che altrove, Uil: “Emergenza vera, servono interventi mirati”

Analizzando i dati Inail sugli indici di gravità nel triennio 2017-2018-2019 (unico triennio che non risente dell'incidenza Covid) ha riscontrato un dato marchigiano dell’1,79 contro un indice medio italiano di 1,46
Pubblicato il 19 Giugno 2024

Nelle Marche il lavoro è più a rischio infortuni rispetto alla media italiana. Lo rende noto la Uil Marche che, analizzando i dati Inail sugli indici di gravità nel triennio 2017-2018-2019 (unico triennio indagato dall’Inail che non risente dell’incidenza Covid) ha riscontrato un dato marchigiano dell’1,79 contro un indice medio italiano di 1,46. A far impennare il dato sono settori come le costruzioni (4,76), trasporto e magazzinaggio (4,18), metallurgia (3,71) o fabbricazione dei prodotti di metallo non metalliferi (3,38) che corrispondono anche ai settori nei quali nell’ultimo quadrimestre si è verificata la maggior parte degli infortuni registrati in tutta la regione.

L’indagine è stata anche oggetto dell’assemblea con la quale la Uil Marche ha riunito nei giorni scorsi i delegati RSU, gli RLS e gli RLST della regione per evidenziare, alla presenza del coordinatore regionale Salute e Sicurezza della Uil Marche, Riccardo Morbidelli, e della segretaria nazionale, Ivana Veronese, il ruolo essenziale di queste figure nei luoghi di lavoro all’interno delle attività produttive. Dei 5.309 casi denunciati di infortunio, di cui tre mortali, da gennaio ad aprile (+0,68% rispetto allo stesso periodo del 2023) quasi il 40% arriva da sei settori Ateco: costruzioni (+12,73%), trasporti e magazzinaggio (+10,36%), fabbricazione macchinari e apparecchiature nca (+19,44%), fabbricazione dei metalli (+2,25%) ma anche alloggio e ristorazione (+47,50%) e commercio dettaglio e ingrosso e riparazione di auto e motocicli (+36%).

“A cominciare da questi settori – commenta la segretaria generale della Uil Marche, Claudia Mazzucchelli – la Regione e le amministrazioni competenti in materia dovrebbero porre maggior attenzione sul fronte della prevenzione, finalizzando significativi finanziamenti ed iniziative mirate, per contrastare questa vera e propria emergenza infortunistica e delle malattie professionali. Come sindacato da anni portiamo avanti la campagna Zero morti sul lavoro perché questa non si può più definire un’emergenza ma sta diventando un problema strutturale, possibile da debellare solo coniugando una prevenzione efficace con un serio sistema di contrasto all’illegalità”. Non va meglio sul fronte delle malattie professionali in crescita del 13,9%, considerati i 2.801 eventi denunciati nel 2024, rispetto i 2.459 del 2023. L’aumento più significativo si registra nella provincia di Ancona (+45,37%), mentre diminuisce sensibilmente in quella di Pesaro Urbino (-6,89%). Aumentano i tumori professionali passando da 10 casi del 2023 a 17 del 2024 e le malattie osteomuscolari che con 1.728 eventi denunciati registrano un aumento del +7,52%.

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