PESARO. Un tombino sporgente e un marciapiede dissestato sono costati oltre 50mila euro al Comune di Pesaro. È quanto ha stabilito il giudice civile del tribunale, che mercoledì scorso ha condannato l’amministrazione a risarcire un 70enne caduto rovinosamente tre anni fa in via Cesare Battisti, a due passi dal lungomare.
L’anziano, difeso dall’avvocato Novella Baronciani, stava passeggiando in una domenica di primavera quando, attorno a mezzogiorno e mezzo, è inciampato in uno spigolo di ghisa sporgente da un tombino carrabile, riportando una frattura scomposta al braccio sinistro. Soccorso da un passante e trasportato in ospedale, è stato sottoposto a un intervento chirurgico.
L’accertamento tecnico ha rilevato che lo spigolo del tombino sporgeva irregolarmente rispetto al manto del marciapiede. Il tratto non era segnalato né facilmente visibile, e il Comune – proprietario della strada – è stato chiamato in causa. Nella sentenza si legge che si è ritenuto provato il nesso causale tra la sporgenza e la caduta, rendendo così responsabile l’amministrazione.
Il Comune ha cercato di difendersi sostenendo che l’area in questione è generalmente pericolosa e che, con luce sufficiente, l’uomo avrebbe potuto accorgersi dell’ostacolo. Ha anche affermato che i marciapiedi in zona sono in condizioni simili a causa delle radici degli alberi, che deformano la superficie. Ma il giudice ha respinto queste argomentazioni, ritenendole insufficienti.
Il risarcimento riconosciuto al 70enne ammonta a 36.087,25 euro per danno non patrimoniale e 1.992,10 euro per danno patrimoniale, a cui si aggiungono 12.725,80 euro per spese legali e consulenze tecniche. Il totale supera così i 50mila euro, una somma che l’amministrazione comunale sarà ora tenuta a corrispondere.