FALCONARA. È arrivata la conferma ufficiale dall’Arpam: l’incendio divampato venerdì sera all’interno della raffineria Api di Falconara Marittima non ha provocato significativi aumenti degli inquinanti nell’aria. La validazione dei dati, già anticipati sabato in Prefettura, è stata trasmessa nel pomeriggio al Comune, con un documento dettagliato relativo al periodo compreso tra il 19 e il 23 marzo.
L’analisi ha tenuto conto dei principali inquinanti: benzene, Pm10, Pm2,5 e idrocarburi totali non metanici (NMHC). Le misurazioni sono state raccolte e confrontate tra diverse centraline, sia quelle installate a Falconara (Scuola, Acquedotto e Falconara Alta) sia quella di Chiaravalle, per verificare possibili effetti anche nel medio termine.
Nella relazione, l’Arpam ha specificato che il valore del benzene non solo è rimasto nei limiti di legge, ma «durante l’incendio i valori misurati sono stati addirittura inferiori a quelli registrati nelle ore precedenti». Anche per quanto riguarda le polveri sottili Pm10, rilevate da due centraline, si legge che i dati raccolti «sono stati ben al di sotto del limite giornaliero previsto dalla normativa».
Quanto al particolato più fine, il Pm2,5, e agli idrocarburi non metanici, le rilevazioni mostrano «oscillazioni giornaliere tipiche del periodo e della zona», dunque in linea con i valori consueti.
L’evento, nonostante la sua gravità visiva, non ha quindi comportato conseguenze rilevanti sul piano ambientale, almeno secondo i parametri ufficiali.