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Elezioni regionali, scontro tra Casini e Livi sulla data del voto

La capogruppo Dem attacca il presidente Acquaroli sul decreto di indizione del voto. La replica di Simone Livi: «Non esiste alcuna infrazione»
Pubblicato il 14 Febbraio 2025

ANCONA. Botta e risposta tra maggioranza e opposizione in Regione Marche sulla questione delle elezioni regionali. Il Partito Democratico accusa il presidente Acquaroli di ritardare la firma del decreto necessario per indire il voto, mentre Fratelli d’Italia difende le tempistiche attuali e respinge le polemiche come infondate.


La capogruppo del PD Anna Casini ha sollevato il tema presentando un’interrogazione per sollecitare una decisione chiara. «La normativa regionale è chiara», ha dichiarato, sottolineando come le elezioni debbano svolgersi «tra il quindicesimo giorno precedente e il sessantesimo giorno successivo alla scadenza del Consiglio».

Casini ha quindi accusato il presidente di temporeggiare per evitare il rischio di una sconfitta: «Acquaroli ha il dovere di rispettare queste tempistiche e non può continuare a prendere tempo solo per paura di perdere».

L’esponente Dem ha poi ribadito l’importanza della certezza dei tempi per garantire il regolare svolgimento della democrazia, esprimendo sospetti sulle reali motivazioni dietro il rinvio: «Il tergiversare di Acquaroli non aiuta e alimenta il sospetto che voglia guadagnare tempo per interessi di parte, viste anche le notizie di questi giorni che lo vedrebbero disarcionato dalla guida della coalizione di centrodestra». Casini ha quindi lanciato una sfida diretta al presidente: «Se davvero non ha paura delle elezioni, convochi i comizi elettorali senza ulteriori scuse».

A rispondere alle accuse è stato Simone Livi, capogruppo di Fratelli d’Italia, che ha respinto ogni ipotesi di irregolarità. «L’ultima trovata del PD è millantare possibili infrazioni di legge rispetto alla convocazione delle elezioni regionali, che non esistono in alcun modo», ha dichiarato, ricordando come il presidente Acquaroli abbia già chiarito la questione in aula.

Livi ha poi sottolineato come la normativa regionale preveda elezioni tra settembre e ottobre in base all’insediamento della giunta e che, a livello nazionale, si cerchi una data comune con altre amministrazioni uscenti per un election day condiviso. Infine, ha contrattaccato il PD, ribaltando l’accusa di timore elettorale: «L’unico vero timore che raccogliamo in giro è quello del ritorno del Partito Democratico in Regione, soprattutto dopo aver sentito le sparate senza vere argomentazioni degli ultimi giorni».