MACERATA. Due fratelli di Benevento, già noti alla giustizia, sono stati arrestati con accuse gravi: furto di rame, autoriciclaggio e trasporto illegale di rifiuti.
La loro attività principale era apparentemente quella di contribuire alla ricostruzione post-terremoto nell’area di Macerata, ma di notte si trasformavano in predoni di metalli, razziando case e cimiteri nei piccoli paesi dell’entroterra. In otto mesi avrebbero sottratto circa 70 quintali di rame, con un valore stimato di 50 mila euro.
Le indagini hanno avuto origine a novembre, a Sarnano, quando i carabinieri hanno scoperto un considerevole furto di pluviali di rame da una struttura ricettiva chiusa per lavori di ristrutturazione. Da lì, l’attenzione si è concentrata sui due fratelli, di 40 e 41 anni, già con precedenti per reati contro la persona e il patrimonio. Poco prima del furto, si erano presentati alla struttura chiedendo di affittare degli spazi per i loro operai, apparentemente impegnati in attività di ricostruzione. Non molto tempo dopo, avevano portato a un centro di raccolta metalli 700 chili di rame, guadagnando 3 mila euro in diverse consegne.
L’area era stata recentemente teatro di numerosi altri furti di rame, soprattutto da abitazioni isolate. Sospettando un collegamento, la Procura di Macerata ha autorizzato l’installazione di un dispositivo di tracciamento satellitare sulle auto dei sospettati. Questo ha permesso ai carabinieri di seguire le loro mosse: i fratelli, dopo aver concluso il lavoro nei cantieri, si recavano nelle piccole frazioni disabitate per effettuare sopralluoghi, seguiti dai furti.
Durante un controllo a Belforte, uno dei due fratelli è stato fermato con cento chili di materiali ferrosi nel bagagliaio della sua auto. L’uomo è stato denunciato per ricettazione, trasporto illecito di rifiuti speciali e guida senza patente. Inoltre, ha rifiutato di sottoporsi al test antidroga, dopo che gli erano state trovate delle dosi di stupefacente.
Nel frattempo, anche la Compagnia carabinieri di Camerino stava investigando su furti simili. L’attenzione si era concentrata su un furto di materiali ferrosi dal cimitero di Cupi a Visso, e i fratelli risultavano essere presenti in zona durante il crimine. In seguito, avevano cercato di vendere il rame rubato a una ditta della provincia di Ancona.
A gennaio, i fratelli sono stati nuovamente colti in flagrante dai carabinieri di Camerino, questa volta a Frontillo, intenti a smontare grondaie da una chiesa e da tre abitazioni nel territorio di Valfornace. L’analisi dei dati telefonici e del GPS ha fornito ulteriori prove che collegavano i sospettati ai luoghi dei furti.
Le indagini coordinate dalle Compagnie di Tolentino e Camerino, sotto la guida del maggiore Giulia Maggi e del capitano Angelo Faraca, hanno portato all’accusa dei due per un totale di 46 episodi di furto, che coinvolgevano discendenti e grondaie da case e cimiteri, tra ottobre 2023 e maggio scorso. Le località colpite includevano Sarnano, Visso, Serravalle, Monte Cavallo, Muccia, Belforte, Fiastra e Valfornace.
Oltre ai furti, i fratelli sono stati accusati di autoriciclaggio, avendo cercato di riciclare il rame rubato attraverso aziende di smaltimento a Caserta, Ancona e Fermo. Sono stati inoltre incriminati per reati ambientali, per il trasporto di materiale senza la necessaria autorizzazione. In seguito alla richiesta della Procura, il tribunale di Macerata ha disposto l’arresto dei due, che ora si trovano nel carcere di Montacuto, in attesa dell’interrogatorio di garanzia.