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Dengue, l’allarme di Burioni: “A Fano la situazione è fuori controllo”

Per il virologo la situazione potrebbe essere molto più grave di quanto sembra. «Le infezioni sono come minimo il doppio di quelle registrate»
Pubblicato il 2 Ottobre 2024

FANO. In questi giorni, Fano è al centro di un crescente allarme sanitario a causa del focolaio di Dengue che ha colpito l’area.




Ad oggi, i casi accertati sono 102, ma secondo il virologo Roberto Burioni, la situazione potrebbe essere molto più grave di quanto sembra. «Le infezioni sono come minimo il doppio di quelle registrate», ha dichiarato Burioni, aggiungendo una riflessione carica di preoccupazione: «Speriamo nell’arrivo del freddo. Di nuovo, pensate cosa sarebbe successo se fosse accaduto a giugno».

Burioni ha espresso il suo allarme riguardo alla diffusione della malattia e ha chiarito che la chiave per fermare l’epidemia risiede nel controllo del vettore, cioè le zanzare tigre, principali responsabili della trasmissione del virus. «Dove ci sono uomini, non ci devono essere zanzare tigre. Fine del discorso», ha detto il virologo, sottolineando come il controllo delle zanzare sia essenziale per contenere malattie come la Dengue. Ha anche richiamato alla memoria la storica eradicazione della zanzara anofele in Italia nel 1946, che aveva portato alla scomparsa della malaria dal Paese. «Se si decide di non provare neanche a eradicarle, la questione diventa politica», ha aggiunto Burioni, mettendo in luce la necessità di azioni coordinate e decise.

«Dengue: più di una semplice influenza»

Un altro punto su cui Burioni ha voluto fare chiarezza riguarda la percezione errata della Dengue. «Non è, come hanno improvvidamente detto alcuni, una semplice influenza», ha precisato. La Dengue, infatti, presenta sintomi particolarmente debilitanti: è spesso definita come “febbre spaccaossa” per il dolore intenso che può provocare. La malattia, pur guarendo spontaneamente nella maggior parte dei casi, può sviluppare forme gravi in circa un paziente su venti, risultando addirittura fatale. Il professore ha poi sottolineato l’assenza di farmaci specifici per la cura e l’utilizzabilità limitata del vaccino disponibile, che al momento non rappresenta una soluzione efficace per il contesto italiano.

La trasmissione del virus avviene esclusivamente attraverso le zanzare tigre, che si infettano pungendo una persona malata (anche asintomatica nel 50% dei casi) e mantengono la capacità di contagiare altre persone per tutto il loro ciclo di vita, circa un mese. Questo rende particolarmente difficile interrompere la catena del contagio se non si interviene con misure mirate.

Un elemento che potrebbe contribuire a contenere l’epidemia è l’abbassamento delle temperature. «Sotto i 16 gradi, le zanzare tigre diventano molto meno attive e quindi meno efficaci nel trasmettere l’infezione», ha spiegato Burioni, sottolineando come il clima freddo possa fornire un certo sollievo alla situazione. Tuttavia, il virologo ha voluto sottolineare l’importanza della tempestività degli interventi. Se il focolaio si fosse verificato a giugno, anziché all’inizio di ottobre, le conseguenze sarebbero state ben peggiori, soprattutto in un contesto come Fano, noto per il suo turismo estivo. «Se fossi un turista a Fano in questo momento, me ne andrei immediatamente», ha detto senza mezzi termini.

Controllo del vettore

Per contrastare la diffusione della Dengue, l’azione deve essere mirata e tempestiva, agendo direttamente sul vettore. Burioni ha esortato all’uso di repellenti efficaci (non naturali, spesso insufficienti) e alla prevenzione della proliferazione delle zanzare tigre. La lotta passa attraverso l’eliminazione dei ristagni d’acqua, anche minimi, dove le zanzare depongono le uova, e azioni specifiche per uccidere le zanzare adulte durante i focolai epidemici. Solo con misure decise, energiche e coordinate si può cercare di evitare il ripetersi di situazioni di emergenza come quella che sta attraversando Fano in questi giorni.

Burioni conclude lanciando un messaggio di responsabilità e di prevenzione. «Questa volta probabilmente ci è andata bene, ma impariamo per il futuro», ha detto, evidenziando l’importanza di essere preparati a gestire simili emergenze sanitarie. La Dengue è un promemoria doloroso di come la globalizzazione e i cambiamenti climatici stiano riportando alla ribalta malattie un tempo confinabili a latitudini tropicali, e di quanto sia urgente una risposta concertata e preventiva.