Il giro di vite contro truffe e irregolarità ha provocato un drastico calo delle domande per l’assunzione di lavoratori extraeuropei. In tutta Italia le richieste sono passate da oltre 702mila del 2024 a meno di 174mila nel 2025, con un crollo dell’85% solo in Campania, la regione con i numeri più alti. In questo scenario, documentato sul Sole 24 Ore di oggi, le Marche confermano un ruolo marginale, ma con elementi da osservare con attenzione.
Secondo i dati forniti dal Ministero dell’Interno e pubblicati dal Sole 24 Ore, nelle Marche sono state presentate 2.185 domande di nulla osta per l’ingresso di lavoratori non comunitari e 107 richieste di conversione di permessi stagionali in lavoro subordinato. Il totale di 2.292 richieste colloca la regione al 15° posto su scala nazionale, nella parte bassa della classifica.
La percentuale di conversioni rispetto ai nulla osta richiesti è pari al 4,9%, in linea con molte altre regioni. Si tratta di un dato significativamente inferiore rispetto al Veneto, dove le conversioni superano il 12%, ma superiore a territori come il Molise o la Valle d’Aosta, dove i numeri sono ancora più contenuti.

Il numero contenuto di domande nelle Marche potrebbe derivare da una domanda di manodopera meno intensa, o da un approccio più prudente nella regolarizzazione dei rapporti di lavoro. In ogni caso, la quota di conversioni suggerisce che c’è comunque un interesse crescente verso la stabilizzazione di lavoratori già presenti sul territorio.
Nel contesto nazionale, i settori che attraggono più richieste sono agricoltura, edilizia e assistenza familiare. Tuttavia, per colf e badanti la domanda è circa quattro volte superiore alle quote disponibili. Le nuove norme introdotte dal decreto legge 145/2024 hanno aggiunto complessità alle procedure: tra queste, la conferma obbligatoria da parte del datore di lavoro entro sette giorni prima del rilascio del visto. Una tempistica che secondo le associazioni di categoria è troppo stretta.
Inoltre, il decreto ha escluso alcune nazionalità dalla procedura automatica per il rilascio del nulla osta, tra cui Bangladesh, Pakistan, Sri Lanka e, da poco, anche il Marocco. «Anche le istanze presentate tramite le associazioni di categoria saranno quindi esaminate una alla volta. Ci vorranno mesi, e per le aziende è un enorme problema», ha affermato Romano Magrini di Coldiretti.
Sul fronte delle conversioni, oltre 9mila domande sono state già inoltrate in Italia da inizio 2025 fino al 18 marzo. Il vantaggio di questa procedura, esclusa dai tetti numerici e dai click day, è quello di evitare l’interruzione del rapporto di lavoro alla scadenza dei contratti stagionali. Anche se le Marche in questo ambito non brillano per numeri assoluti, il dato resta indicativo di una certa attenzione da parte di datori di lavoro locali a trattenere forza lavoro già presente e formata.
Il 2025 è l’ultimo anno di validità del decreto flussi 2023-2025, che ha portato a una quota record di 191.450 ingressi autorizzati. Il governo ha già avviato le consultazioni con le associazioni datoriali per definire il fabbisogno di manodopera nel triennio 2026-2028. Le Marche, pur restando su livelli contenuti, dovranno ora confrontarsi con un sistema più esigente in termini di procedure e trasparenza.