di Fernando Ciarrocchi
Lo scorso 5 aprile si è conclusa la terza giornata del corso di aggiornamento e qualificazione professionale in “Comunicazione scientifica” svoltasi a Camerino presso la sala convegni della Scuola di studi superiori “C.Urbani” Campus universitario dell’Università degli studi di Camerino.
Questo corso di alto profilo, che si concluderà il prossimo 10 maggio, è l’ottimo risultato dell’agire sinergico tra Università degli studi di Camerino, Ordine dei giornalisti Marche, UCSI Marche (Unione Stampa Cattolica Marche) e Voce Vera.

Nell’arco della giornata al tavolo dei relatori, coordinato dal prof. Claudio Pettinari, docente di chimica presso l’Università camerte e già Magnifico Rettore della stessa, si sono avvicendati illustri studiosi e esperti della materia che è stata sviscerata nella fattispecie “Intelligenza artificiale e comunicazione” con l’obiettivo di esplorare come l’IA (Intelligenza Artificiale) stia trasformando il panorama della comunicazione, fornendo competenze pratiche per l’utilizzo di strumenti di Intelligenza Artificiale nel campo.
L’IA è il tentativo di un computer, o di un software, di “copiare” i processi che avvengono all’interno del cervello umano.
L’attesa, la sana curiosità dei numerosi presenti che erano in sala, erano più che percepibili: tutti attendevano l’arrivo del Prof. Padre Paolo Benanti che con la sua discrezione aveva già preso posto tra i presenti in attesa del suo turno come da scaletta programmata.
Gli occhi erano tutti su di lui. Si perché, Padre Paolo Benanti, sacerdote del Terzo Ordine Regolare di San Francesco è il massimo esperto europeo sui temi dell’intelligenza artificiale e soprattutto dell’etica della tecnologia tanto che S. Santità Papa Francesco lo ha nominato Suo consigliere su tematiche come queste così attuali e importantissime per la comunità mondiale.
P. Paolo Benanti è l’unico componente italiano presente nel Comitato sull’intelligenza artificiale delle Nazioni Unite, è Presidente della Commissione AI per l’informazione presso il Dipartimento per l’informazione e l’Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri, docente sia della Pontificia Università Gregoriana, sia presso l’Università di Seattle negli Stati Uniti, autorevole esperto di etica delle tecnologie, autore di numerose pubblicazioni in materia e tanto altro, ma davvero tanto altro.
Il davvero tanto altro lo si comprende nell’ascoltarlo mentre espone a braccio con enorme competenza la sua lectio magistralis: un’esposizione semplice comprensibile a tutti, come sanno fare le persone straordinariamente intelligenti, con riferimenti interdisciplinari interessantissimi che rendono la sua esposizione altamente attrattiva e unica.
L’oggetto della “lectio magistralis“ che il Prof. P. Paolo Benanti ha proposto al numeroso e attento pubblico presente in sala è stato “Le sfide etiche delle intelligenze artificiali”.
Nel suo excursus l’illustre relatore facendo esempi concreti ha dimostrato come gli strumenti dell’Intelligenza artificiale stiano impattando in modo considerevole nella vita quotidiana di ciascuno di noi.
Dunque si voglia o non si voglia è un qualcosa con cui dobbiamo convivere in modo equilibrato e oculato. Quello che trenta o quarant’anni fa vedevamo nei film di fantascienza oggi è quotidiana realtà. L’intelligenza artificiale sta creando macchine che imitano il nostro modo di fare e per questo ci sembrano intelligenti.
Giustamente ci sembrano. Alcuni studiosi hanno definito l’Intelligenza artificiale un “Agere sine intelligere”, sono macchine che proprio perché tali agiscono meccanicamente senza capire perché, ovviamente, l’uomo ha inserito una sterminata banca dati che renderà qualsiasi robot un umanoide che potrà essere utile se ben utilizzato ma mai potrà sostituirsi all’uomo essere umano pensante capace di comprendere, creare, vivere e trasmettere emozioni.
L’esempio più noto di IA attualmente è ChatGPT, un programma, in cui, scrivendo un input o una frase chiave, grazie all’intelligenza artificiale, la macchina genererà ciò che avete richiesto, dai testi alle immagini più disparate.
Tutto questo è possibile perché a monte vi è stato un ciclopico lavoro di inserimento dati che ha generato un data base enorme con le informazioni le più disparate.
Tuto questo mondo sempre in continua evoluzione e sempre più incalzante ha sottolineato P: Benanti oggi è gestito soltanto da sette grandi gruppi mondiali, colossi informatici che oltre a genere umanoidi controllano il flusso delle informazioni mondiali e tutto ciò ha davvero poco di democratico.
Dunque, ha concluso l’autorevole relatore “la sfida delle sfide è proprio questa: rendere democratico questo sistema innovativo che se ben regolamentato e soprattutto gestito genera impatti positivi e migliorativi utili allo sviluppo della comunità mondiale uno su tutti pensiamo all’imput che può dare alla ricerca scientifica e medica per il benessere dell’intero pianeta”.
Al termine un applauso interminabile, tanti microfoni e telecamere per interviste, del resto non poteva essere altrimenti data l’elevato spessore di Padre Paolo Benanti che dopo aver avuto una parola e una riflessione per tutti ha sussurrato “Scappo i miei frati mi aspettano”. Eh già, studioso, massimo esperto mondiale, mente brillantissima senza mai dimenticare la sua apparenza alla famiglia francescana. Grazie davvero, padre Paolo e buon lavoro.
Buon lavoro soprattutto nella piena consapevolezza che l’intelligenza artificiale deve essere vista come uno strumento al servizio dell’uomo e mai il contrario.
Il sacerdote ha anche tenuto a ribadire che l’intelligenza artificiale deve essere vista come uno strumento al servizio dell’uomo e mai il contrario. “non dobbiamo mai perdere di vista l’umanità”, ha detto Padre Benanti, ricordando come dobbiamo sviluppare tecnologie che rispettino e promuovano la dignità umana.
Ha citato diversi esempi di come l’IA possa migliorare la qualità della vita e ha messo in guardia circa il rischio di un uso non etico e indiscriminato di queste strumentazioni perché “l’intelligenza artificiale è un moltiplicatore e quindi può moltiplicare anche le disuguaglianze”.
Oltre ad essere esperto teologo in materia di etica della tecnologia, padre Benanti ha sottolineato l’importanza di una visione etica nel processo di sviluppo artificiale. Le macchine intelligenti stanno diventando sempre più parte integrante della vita quotidiana e hanno un impatto su diversi aspetti del nostro esistenza, dalla medicina all’istruzione.