Era il 7 giugno 1981 quando la festa per la promozione della Sambenedettese in Serie B si trasformò in tragedia allo stadio Fratelli Ballarin di San Benedetto del Tronto. Durante Sambenedettese-Matera, un incendio divampato nella curva sud, tra fumogeni e carta colorata usata per la coreografia, causò la morte di due giovani tifose e ferì gravemente altre 64 persone.
Walter Zenga, all’epoca portiere rossoblù, era in campo e ha ricordato, in una intervista a TvPlay.it quei momenti con dolore: «Io non mi ricordo nulla di quella partita. Ricordo solo che prima della partita vidi il fuoco e la gente che si lanciava in campo dalla curva. Stavamo facendo la foto, io ero in posa, mi sono girato e ho visto quel caos. Poi non ricordo più niente… giocavamo col Matera e ovviamente non abbiamo festeggiato al termine di quell’incontro».
Zenga, che difese la porta della Sambenedettese per due stagioni tra il 1980 e il 1982, ha definito l’incendio al Ballarin «la più grande tragedia mai avvenuta in un campo italiano, ma nessuno se lo ricorda. Il 7 giugno 1981 è una data che resterà per sempre nella mia memoria».
Allo stadio Ballarin, quella domenica di inizio giugno, l’euforia della promozione lasciò spazio al panico quando le fiamme avvolsero la recinzione e la copertura della curva sud. L’assenza di uscite di sicurezza e l’affollamento portarono a scene drammatiche. A perdere la vita furono Maria Teresa Napoleoni, 21 anni, e Carla Bisirri, 23 anni. La Sambenedettese, che con quella vittoria ritrovava la Serie B, scese subito in campo per prestare soccorso e rinunciò a qualsiasi festeggiamento.
A distanza di oltre quarant’anni, Zenga – soprannominato “Uomo Ragno” per le sue parate – sottolinea l’importanza della memoria e commenta con affetto il ritorno dei rossoblù in Serie C: «Sono contento che la Samb sia tornata in Serie C».
Il rogo del Ballarin segnò non solo la città e la tifoseria, ma anche la carriera di un giovane portiere che negli anni successivi avrebbe scritto pagine memorabili con l’Inter e la Nazionale italiana.