Non c’è nulla di più magico, di più evocativo e allo stesso tempo di più collettivo della mitologia. Un racconto che dura dall’alba dei tempi, di cui gli uomini si sono serviti per dare spiegazioni, per trovare cause, per avere conforto, ispirazione. Una narrazione che esiste praticamente da sempre e che adesso cambia pelle, trova nuove parole, nuovi scenari. Come ad esempio quello del gaming.
Perché se è vero che sin dagli albori l’uomo ha guardato alla mitologia, la stessa cosa possiamo dire dei videogame, che hanno utilizzato storie e figure leggendarie per creare universi complessi, personaggi carismatici e trame avvincenti. Un esempio perfetto è quello di God of War, che unisce il mondo greco e quello norreno. Siamo nel 2005, anno in cui è stato pubblicato il primo capitolo della saga con protagonista Kratos, un generale spartano che, nel frattempo, è diventato dio della guerra e deve affrontare divinità e creature fantastiche. Nel 2018 è arrivato un reboot, ispirato proprio alla mitologia del nord Europa, che ha venduto oltre 10 milioni di copie in appena 6 mesi. Una narrazione profonda, un design visivo fedele e curato, ingredienti di un successo che accomuna God of War con un altro grande nome, quello di Assassin’s Creed: Odyssey. Siamo ancora nell’antica Grecia, ma stavolta si combatte contro ciclopi, contro Medusa e contro il Minotauro, per un’esperienza ludica nuova, che permette ai giocatori di esplorare mondi lontani, di comprendere meglio antiche culture.
Anche il mondo del gambling ha guardato alla mitologia per allargare i suoi confini. Il nome che possiamo fare come esempio è quello di King Mida. Ideata dalla software house World Match, questa slot si ispira al leggendario re greco che con il suo tocco trasformava tutto in oro. E ricchissima di oro, di simboli legati alla ricchezza, di grafiche accattivanti. Ma non è l’unica a trarre ispirazione dai miti antichi. Altri titoli prendono spunto dal potente dio dell’Olimpo Zues, offrendo fulmini e templi maestosi come simboli principali, trasportando direttamente i giocatori direttamente nelle leggende elleniche. Si tratta, quindi, di un mix perfetto che proprio dalla mitologia si ripropone adesso, nei nostri giorni.
E forse la parola chiave è proprio questa: mix, unione, commistione di cose diverse. Nel gaming infatti si vanno a combinare perfettamente gli elementi mitologici, antichi, lontani nel tempo e nello spazio con la tecnologia moderna, con piattaforme, grafiche, strumenti, tecniche che sono figlie di questo millennio. Una ricetta vincente, anche perché i giochi di questo tipo non solo vendono bene, ma creano comunità di fan dedicate, che sui social e sui forum parlano di Smite, di Age of Mithology, di Hades, di Hellblade e di Kid Iracus. E non è solo il mondo greco o quello romano a farla da padrone, come dimostra il caso di Okami, videogame che si ispira alla mitologia giapponese e dove la protagonista è la dea Amaterasu, che si palesa sottoforma di lupo bianco. E nonostante il flop al momento del lancio, il videogame ha saputo far breccia nel cuore del suo pubblico.
E pensare che di eroi, battaglie e divinità l’uomo parla da sempre. E adesso continua a farlo, anzi fa meglio: le usa per giocare.