La Corte d’Appello di Grenoble ha confermato la condanna a sei mesi di reclusione per Sohaib Teima, il giovane di 21 anni originario dell’Egitto ma residente a Fermo, accusato di aver picchiato e minacciato in più occasioni la sua ex fidanzata francese di 22 anni, Auriane Leisne.
La vicenda giudiziaria è iniziata a seguito della denuncia della ragazza, che ha raccontato di episodi di violenza avvenuti tra il 2022 e il 2024. In uno di questi episodi, secondo l’accusa, Teima avrebbe addirittura causato una frattura al naso della giovane.
Durante il processo, il procuratore aveva richiesto un inasprimento della pena, proponendo 18 mesi di carcere, mentre l’avvocato difensore di Teima, Antoine Barret, aveva richiesto l’assoluzione. La difesa aveva basato la propria tesi su alcune e-mail inviate dalla ragazza, in cui lei avrebbe dichiarato di aver inventato le accuse a causa di pressioni da parte del padre. Tuttavia, la Corte d’Appello ha rigettato questa linea difensiva, confermando la condanna di primo grado.
Ora, la difesa ha 10 giorni di tempo per valutare un ricorso, anche se questa eventualità sembra improbabile, considerando che Teima ha già scontato la pena e ha manifestato l’intenzione di tornare in Italia. In parallelo, le autorità italiane sono pronte a richiedere l’estradizione del giovane, un iter che potrebbe concludersi in tempi brevi poiché la sua custodia cautelare in Francia è prevista fino a dicembre.
Teima è attualmente detenuto a Grenoble dall’11 aprile, giorno in cui è stato arrestato per un’accusa ben più grave: l’omicidio di Auriane Leisne, il cui corpo è stato trovato il 5 aprile in una chiesetta abbandonata a Equilivaz, vicino a La Salle, in Valle d’Aosta. In Italia, per questa accusa di omicidio premeditato, è assistito dagli avvocati Lucia Lupi e Igor Giostra. I suoi legali italiani, tuttavia, non hanno ancora avuto l’opportunità di incontrarlo né di comunicare con lui.
Teima ha sempre negato ogni addebito, sostenendo di essere innocente anche riguardo all’accusa di omicidio. Le indagini della Procura della Repubblica di Aosta proseguono, cercando di fare chiarezza su ciò che è accaduto realmente tra il 26 e il 27 marzo, periodo in cui si ipotizza sia avvenuto il delitto.