Lunedì 19 Agosto presso la Comunità di Capodarco di Fermo, don Franco Monterubbianesi, fondatore di questa “utopica realtà” nata nel Natale del 1966, festeggerà con amici e comunitari l’anniversario del suo sacerdozio, esattamente il sessantottesimo.
Tornato “a casa” per trascorrere il tratto più riflessivo della sua vita, don Franco a Capodarco vuole rilanciare un “nuovo movimento ideale” e “lavorare con i giovani, sino in fondo”.
Il fondatore ci ricorda che da sempre si è adoperato per il loro protagonismo coinvolgendoli in tante “imprese di coraggio”: proposte di legge, progetti e comunità attivate nei territori. Nella torretta della Villa della Comunità, il “nonno visionario” come ora ama definirsi, lavora inoltre alla stesura di un libro che intitolerà “Gli ultimi miei 20 anni di resistenza”, perché, spiega: “siamo ritornati indietro nelle grandi battaglie del welfare sociale”.
“Cercherò di aiutare i giovani a ritrovare la speranza perduta. È l’obiettivo finale della mia vita: che sia anche il vostro”. Monterubbianesi torna a parlare dei giovani anche sotto l’aspetto della salute mentale, del disagio e della fragilità che vivono, in un mondo che strizza sempre più l’occhio ad una possibile “nostalgia di manicomio”.
I 68 anni di sacerdozio saranno l’occasione per riaffermare i valori di un’esperienza come quella della Comunità di Capodarco, non solo come possibilità di riscatto concreto e di autonomia per tante persone, ma come fonte di ideali e progettualità, calandone l’intervento in una realtà che ha scenari completamente diversi da allora. Protagonismo dei giovani, turismo inclusivo e promozione dell’agricoltura sociale sono i principi da cui ripartire, ribadisce don Franco, da qui l’impegno ad essere motore di un nuovo rilancio. Con la vivacità dei suoi 93 anni conclude: “Non sarò più propositore di progetti, ma animatore della vostra idealità nei territori. Ispiratore dell’idealità di Capodarco, che non può che rimanere e rinascere”.