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Intascava i soldi dei bolli auto, tabaccaio patteggia a 22 mesi

L'importo complessivo trattenuto ammonta a 5.285 euro.
Pubblicato il 6 Dicembre 2024

Un commerciante di una tabaccheria del Fermano è stato condannato a 22 mesi di reclusione, pena sospesa, per peculato al termine di un processo che si è concluso presso il tribunale di Fermo. L’uomo è stato accusato di aver trattenuto oltre 5.000 euro destinati al pagamento di imposte e contributi dei suoi clienti.




Secondo quanto ricostruito dalla Procura, il tabaccaio avrebbe messo in atto un raggiro ben orchestrato per trattenere i soldi che i contribuenti gli consegnavano per pagare tasse e bolli. I fatti contestati si sono svolti tra il 14 novembre 2018 e il 3 gennaio 2019.

I clienti della tabaccheria si rivolgevano a lui per effettuare pagamenti di vario tipo, dai bolli auto alle marche da bollo per atti amministrativi. Tuttavia, secondo l’accusa, il commerciante avrebbe simulato di completare la procedura di pagamento, rilasciando ricevute fittizie ai clienti. In realtà, le somme versate non venivano trasferite agli enti destinatari, ma sarebbero state girate su un conto corrente personale.

L’importo complessivo trattenuto ammonta a 5.285 euro.

Nell’udienza di ieri davanti al giudice per l’udienza preliminare (gup), è stato accolto il patteggiamento proposto dalla difesa e concordato con il pubblico ministero. Al commerciante sono state riconosciute le attenuanti generiche, che hanno permesso di ridurre la pena. L’uomo è stato condannato a 22 mesi, con sospensione della pena.

Le tabaccherie svolgono un ruolo importante nella gestione dei pagamenti per conto di privati cittadini, offrendo servizi che spaziano dall’acquisto di marche da bollo al pagamento di tributi automobilistici. Tuttavia, come dimostra questo caso, l’affidamento a sistemi intermedi può presentare vulnerabilità. La possibilità di raggiri è legata proprio alla fiducia che i cittadini ripongono in questi esercenti, fiducia che in questo caso è stata tradita.

Questo episodio solleva interrogativi sulla necessità di maggiori controlli nei confronti di queste attività e sull’importanza di verificare l’effettiva regolarità dei pagamenti effettuati tramite terzi.

Nonostante la pena sia stata sospesa, il caso ha fatto emergere una gestione opaca che ha danneggiato sia i clienti che lo Stato. Per il tabaccaio, il patteggiamento rappresenta un’ammissione di responsabilità, ma resta aperto il dibattito sulla fiducia e la trasparenza necessarie in queste attività che gestiscono servizi essenziali per i cittadini.