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Fermo, arrestato l’uomo che dava fuoco alle chiese

Deve scontare quasi tredici anni. Coinvolta anche un'altra persona
Pubblicato il 10 Dicembre 2024

FERMO. Dopo anni di indagini e un lungo iter giudiziario, è stato arrestato un 50enne accusato di una serie di attacchi incendiari contro chiese del Fermano, tra cui il Duomo di Fermo e la chiesa di San Marco alle Paludi. L’uomo dovrà scontare 12 anni e 11 mesi di carcere per reati contro la persona e il patrimonio, aggravati dalla discriminazione religiosa.



Gli episodi risalgono al 2016, quando una serie di ordigni esplosivi furono fatti detonare nei pressi di diverse chiese della città. Il primo attacco avvenne nel febbraio dello stesso anno, con un’esplosione nei pressi del portone del Duomo di Fermo, che causò lievi danni. Due mesi dopo, un altro ordigno rudimentale venne fatto esplodere davanti alla chiesa di San Marco alle Paludi, provocando gravi danni strutturali al portone d’ingresso, anche se fortunatamente non ci furono feriti. A seguito degli attacchi, vennero rinvenuti ulteriori materiali esplosivi nei pressi di altre chiese cittadine, aumentando l’allarme nella comunità locale.

Le indagini, condotte dalla Procura della Repubblica di Fermo, portarono a una svolta decisiva quando in un’abitazione nella disponibilità dell’arrestato fu rinvenuto materiale esplosivo e strumenti per il confezionamento di ordigni artigianali. Le autorità collegarono l’uomo ad altri episodi simili grazie alla collaborazione con un altro sospettato, soprannominato “Il Lupo”.

Secondo le accuse, i due avrebbero fabbricato ordigni esplosivi senza autorizzazione e li avrebbero utilizzati per generare panico nella popolazione, attentando alla sicurezza pubblica. Nel luglio del 2016, l’uomo era già stato raggiunto da un provvedimento di fermo per questi reati, ma ora è giunta la condanna definitiva.

La condanna a quasi 13 anni di reclusione è frutto dell’unificazione delle pene concorrenti inflitte per maltrattamenti a conviventi, fabbricazione e trasporto illegale di esplosivi e danneggiamento a seguito di incendio. La Corte ha riconosciuto l’aggravante della discriminazione religiosa, sottolineando il movente ideologico dietro gli attacchi, mirati contro luoghi di culto.