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“Io, Gianni Schiuma: monologo di un vecchio dj”. Quarant’anni di musica venerdì al Serpente Aureo

Appuntamento a Offida con il Dj, performer e uomo simbolo della movida degli anni d’oro della disco dance
Pubblicato il 6 Dicembre 2022
OFFIDA
Sessanta immagini, 47 canzoni, in una serata a cui davvero sarà un peccato mancare. Quarant’anni di musica scorreranno venerdì 9 dicembre al Teatro Serpente Aureo di Offida nello show che Gianni Schiuma proporrà a chi vorrà vivere un revival unico nel suo genere. Dj, performer, uomo simbolo della movida degli anni d’oro della disco dance, Gianni Schiuma approda con il suo tour ad Offida. “Io, Gianni Schiuma: monologo di un vecchio dj” abbraccia idealmente le regioni (Marche e Abruzzo) che sono state teatro privilegiato di una formidabile carriera. A fare da tramite, ancora una volta, il filo rosso della discomusic, del vinile e della vita notturna, vissuti in prima linea ma senza eccessi e devianze. Inizio spettacolo: ore 21.30. Biglietto d’ingresso 15 euro (platea e palchi). Prevendita in tutte le ricevitorie del circuito ciaotickets (anche online). L’evento ha il patrocinio del Comune di Offida. Un grande sostegno a Gianni Schiuma arriva anche dalla Pro Loco di Offida. Produzione firmata da Progetto Musical.
“Sono nato a Sambuco di Castel di Lama, le mie amicizie più solide sono tutte in questo territorio – sottolinea Gianni Schiuma –. La mia vita artistica è legata in modo particolare a due locali: il Why Not di Monteprandone e l’Atlantide di San Benedetto del Tronto: abbiamo condiviso con diverse migliaia di ragazzi annate indimenticabili. Ad Offida, in modo particolare, sono legato anche per via del Carnevale storico, che mi ha visto impegnato in varie vesti nel corso di questi anni. Indimentiocabile, sempre ad Offida, la serata estiva vissuta in piazza solo pochi mesi fa dove duemila giovani e meno giovani hanno ballato in piazza. Qui sono a casa mia e per questo motivo tengo in modo particolare alla serata del 9 dicembre”. Dopo Offida, la tournée vivrà tappe a Porto San Giorgio (28 dicembre) e Grottammare (19 gennaio).
Gianni Schiuma è stato Giovanni D’Angelo prima che il rogo dello stadio Ballarin, il 7 giugno 1981, gli producesse gravissime ustioni e rivoluzionasse il suo modo di guardare il mondo. Prima che gli cambiasse, e non fu un caso, anche il nome. Venerdì 9 dicembre, in una serata diretta da Manu Latini, racconterà, attraverso se stesso, i cambiamenti delle voglie, dei gusti, del costume di un’epoca. Lo farà con garbo e ironia, lasciando alla platea, come ha sempre fatto, un messaggio positivo, un invito a lasciarsi andare ma non per strafare, a distrarsi restando in equilibrio tra il dire, l’agire e l’essere.
 “Io nasco Giovanni D’Angelo – sottolinea – e sono diventato Gianni Schiuma dopo il tragico evento del Ballarin, ferita ancora aperta della mia giovinezza: avevo 19 anni. Quel giorno, il 7 giugno, la Samb festeggiava la Serie B. Si usavano i fumogeni e la carta per fare festa. Nessuno si accorse di quel che stava accadendo, le fiamme erano rarefatte. Preso dal panico tentai di scavalcare il filo spinato, ma svenni. La mia pelle era completamente bruciata, rimasi 90 giorni all’ospedale. In reparto sembrava di essere usciti dalla guerra: persone fasciate, i lamenti delle due ragazze che persero la vita poco dopo. Per due anni non ho potuto prendere il sole, uscivo alle otto di sera, ero un vampiro. Andai a Londra per fare il cameriere. C’era un giornale, Frigidaire, su quale disegnava Andrea Pazienza, artista di San Benedetto. Una rubrica si intitolava Schiuma ed era dedicata ai lettori: mandai alla redazione la foto post-Ballarin, con la mia pelle bruciata e raccontai questa storia. Il tutto fu pubblicato e quando gli amici lessero l’articolo mi dissero: tu da questa sera sarai Gianni Schiuma”.
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