Giorgio Colangeli torna a Grottammare per il tributo a Dante Alighieri, nel VII centenario della morte del sommo poeta. L’attore romano è il protagonista di “Dante e l’esilio”, conversazione teatrale in due parti in programma venerdì 16 e sabato 17 nel ParcoArena Sisto V, alle ore 18.30.
Lo spettacolo è contenuto nel calendario di “Voci tra le mura”, la tradizionale rassegna estiva dedicata al teatro, alla letteratura e alla poesia. L’ingresso è gratuito, ma è vivamente consigliata la prenotazione su www.eventbrite.it e, dal momento che le previsioni meteo del finesettimana invitano alla prudenza, è bene sapere che l’iniziativa potrebbe essere spostata al Teatro delle Energie, dove saranno ammessi solamente i primi 108 prenotati.
La passione di Giorgio Colangeli per il testo dantesco è nota, ma forse non tutti sanno che tutto iniziò a Grottammare, sette anni fa. L’attore romano fu ospite del Teatro dell’Arancio per una serata di interpretazione e racconto della Divina Commedia. In quel periodo, stava imparando l’intero poema a memoria e, l’anno successivo, arrivò il progetto più ambizioso, sempre nel Vecchio Incasato di Grottammare: Settimana d’Inferno, Settimana di Purgatorio e Settimana di Paradiso. Tre anni consecutivi di grande successo e di teatro al completo.
Due mesi fa, il culmine del percorso al Teatro Argentina di Roma: dalle 10 del mattino in poi, tutto il poema, in quattro giorni, con il pubblico in visibilio. Tutti i giornali nazionali gli hanno dedicato intere pagine. Al termine dell’impresa, Colangeli ha ricordato e sottolineato che il progetto era nato a Grottammare “dolce paese dell’Adriatico”.
Per “Voci tra le mura”, l’attore romano ha scelto una selezione di canti dove Dante affronta il tema dell’esilio, che il poeta visse per 20 anni fino alla morte nel 1321 a Ravenna.
Accompagneranno l’interpretazione di Colangeli le chiose storiche e letterarie contenute negli interventi del sindaco Enrico Piergallini, che dichiara: “Dante non è solo l’autore della Divina Commedia e di altre opere fondamentali per la nostra letteratura. E’ anche e soprattutto un uomo del suo tempo, fortemente impegnato nella politica di Firenze, che dedicò gli anni della sua maturità al ‘ben far’ ovvero all’impegno per il bene comune. La politica fiorentina lo tradì e lo condannò all’esilio, un’esperienza fondamentale per il suo percorso biografico, poiché senza la frattura dell’esilio senza dubbio non avremmo il capolavoro della Commedia. Queste due serate serviranno per conoscere meglio un aspetto essenziale del percorso umano e artistico di Dante”.