ASCOLI PICENO. Nell’ultimo decennio, il sistema socio-economico della provincia di Ascoli Piceno è stato messo a dura prova da una serie di eventi straordinari: il disastroso sisma nel 2016, poi nel 2020 la pandemia COVID-19 e nel 2022 la guerra russo-ucraina. Eventi che, purtroppo, si sono innestati in una situazione economica già precaria, sancita dal riconoscimento di area di crisi industriale complessa.
Sono i presupposti dai quali parte il presidente di Piceno Consind Domenico Procaccini parlando di “risorse straordinarie messe in campo per il Piceno”. “Dai contributi per le aree di crisi complessa ai fondi specifici per il sisma fino ad arrivare al fondo di contrasto per la deindustrializzazione. Al netto dei risultati finora raggiunti, la dinamicità e la progettualità delle imprese del territorio sono molto elevate: solo per fare un esempio, il recente bando Fondo Contrasto Deindustrializzazione, che stanziava oltre 22,5 milioni di Euro per il territorio del Piceno Consind, ha visto finanziate finora oltre 140 aziende del piceno, a fronte di almeno il doppio delle domande inoltrate”.
Tuttavia, il tessuto economico del Piceno ha ancora bisogno di supporto per stabilizzare il quadro economico e garantire una crescita futura. “Come già evidenziato da molti Sindaci nostri consorziati – spiega Procaccini – è necessaria pertanto l’estensione della Zona Economica Speciale anche al territorio del Piceno Consind, misura che potrà comportare l’attrazione di investimenti per il territorio ed un indubbio miglioramento della situazione economica sia delle imprese, sia dei cittadini”.
“Il Piceno Consind – spiega il presidente – ha già da tempo coinvolto a tale scopo la FICEI (Associazione nazionale dei consorzi industriali) e fa pertanto appello a tutte le forze politiche locali affinchè – con determinazione – si porti in discussione in Parlamento un provvedimento che estenda ai territori ex-Casmez della provincia di Ascoli Piceno quanto già previsto dalla ZES Unica già esistente per le Regioni del Mezzogiorno. Solo così si potrà dare continuità agli interventi finora intrapresi ed evitare la fuga delle imprese dal nostro territorio, che comporterebbe il declino irreversibile del Piceno”.