A quasi dieci anni dal terremoto del 2016, il territorio del cratere sismico nelle Marche, in particolare nella provincia di Ascoli Piceno, continua a lottare con difficoltà economiche e sociali. Se da un lato la ricostruzione materiale prosegue lentamente, dall’altro manca un piano concreto per il rilancio economico e produttivo delle imprese locali.
La presidente di CNA Picena, Arianna Trillini, e il vicepresidente, Antonio Scipioni – che è anche presidente nazionale dei ristoratori CNA – denunciano una situazione che rischia di far collassare il tessuto economico montano. L’abolizione della zona franca urbana, il caro energia, la ripresa del pagamento dei mutui sospesi e la mancanza di politiche mirate aggravano le difficoltà delle aziende, soprattutto nei settori manifatturiero e artigianale.
Di fronte a questo scenario, CNA chiede interventi strutturali per evitare che il cratere sismico si trasformi in un’area di abbandono economico e sociale.
“Quando abbiamo visto la bozza della legge di bilancio, abbiamo capito che non sarebbe stato un anno facile. Però pensavamo che ci sarebbe stato un distinguo per le zone sofferenti, come il cratere del sisma 2016”, afferma Trillini.
Il problema, secondo la presidente CNA, è che si parla di ricostruzione edilizia, ma non di un vero rilancio del territorio. “Mancano infrastrutture, lavoro e prospettive. Così, la ricostruzione non è sana”.
La fine della zona franca urbana
Tra le misure più penalizzanti per le imprese locali, c’è stata la cancellazione della zona franca urbana, che garantiva sgravi sui costi del lavoro. “Portava con sé un credito d’imposta fondamentale, ora tolto a tutto il cratere. Chiediamo con forza il ripristino”.
A questo si aggiungono i rincari dell’energia, che mettono in difficoltà soprattutto i settori manifatturieri, in particolare la moda, già colpita da una forte crisi. Le aziende faticano a trasferire questi aumenti sui consumatori, rischiando di perdere competitività.
Anche il vicepresidente CNA, Antonio Scipioni, evidenzia la fragilità economica delle imprese montane. “Il processo di ricostruzione ha avuto un piccolo miglioramento, ma non basta. Dobbiamo fare di più affinché i nostri paesi tornino ad avere opportunità economiche e sociali”.
Oltre al caro bollette, dal prossimo anno ripartiranno i vecchi mutui, a cui si sommano le utenze sospese che ora devono essere pagate. “Tutti questi fattori, uniti agli aumenti attuali, rischiano di far collassare un sistema economico già in difficoltà”, avverte Scipioni.
«Serve una politica economica mirata»
Trillini insiste sulla necessità di una strategia più attenta alle esigenze delle piccole e medie imprese. “Parliamo tanto della bellezza del nostro territorio e delle sue PMI, ma servono politiche serie e mirate”.
Non è possibile adottare un approccio uniforme: le grandi aziende hanno esigenze diverse rispetto alle piccole attività locali. “Noi lavoriamo con le mani, l’intelletto e l’arte. La priorità deve essere il costo del lavoro”.
Secondo CNA Picena, la politica economica attuale non tiene conto delle difficoltà reali del territorio. “Non si può andare avanti a forza di spot. Le aziende stanno investendo, ma gli investimenti devono essere mandati a regime con politiche strutturate”.
Le imprese del Piceno lanciano un appello: servono interventi concreti e concertati, capaci di rispondere alle vere esigenze di un territorio ancora in transizione.