SAN BENEDETTO • Quando si parla di pesca, ultimamente, c’è sempre da stupirsi. Ma questa volta il paradosso sembra davvero spropositato. Il Ministero ha vietato l’attività di pesca nella Fossa di Pomo, un’area dell’Adriatico che si trova in acque internazionali. Il tutto per la bellezza di due anni, dal 25 luglio 2015 fino al2017. Una decisione presa per tutelare la risorsa faunistica sottomarina. Ma solo all’apparenza visto che, questo provvedimento, in sé, rappresenta un controsenso. Che manda i marittimi su tutte le furie visto che laddove gli italiano non possono pescare possono andare a gettare le reti tutti gli altri.
“E’ una decisione – spiega il delegato Federpesca Pietro Ricci – presa per onorare i finanziamenti europei relativamente l’istituzione delle Zone di Tutela Biologica ma che, di fatto, rappresenta un provvedimento inutile e deleterio per la pesca italiana visto che il Governo ci impedisce di pescare in una zona in cui invece possono tranquillamente pescare tutte le altre marineria, croati, albanesi e via discorrendo”. Un vero e proprio paradosso se si pensa che il provvedimento dovrebbe servire a tutelare la risorsa ittica: “In questo modo invece non si fa altro che favorire l’economia della pesca di latre nazioni e penalizzare ulteriormente la nostra”.
Domani mattina a Termoli alcuni rappresentanti della marineria sambenedettese parteciperanno ad un vertice dei pescatori dell’Adriatico nel corso del quale verrà affrontata questa novità. Nel frattempo sono state ufficializzate le date del fermo biologico: prenderà il via il 16 agosto e terminerà il 27 settembre.