ASCOLI PICENO. Da quasi quarant’anni porta avanti l’azienda enologica avviata insieme al marito. Angela Piotti Velenosi è a capo di una realtà imprenditoriale che si estende su circa 200 ettari di terreno, nelle campagne del Piceno, e conta di 45 dipendenti e circa 2.500.000 bottiglie prodotte annualmente.
Quando ha iniziato questa avventura imprenditoriale aveva vent’anni. Pensava che il vino prodotto dalla sua azienda sarebbe stato venduto in oltre 50 Paesi?
Quest’anno, 2023, compio 39 vendemmie nel settore. Come i compleanni, sono cresciuta anno dopo anno, e nonostante il tempo ho ancora tanto da scoprire e imparare. Mi rendo conto di quanto ero giovane quando ho fatto le prime vendemmia. Quando si è giovani si vive alla giornata, e ci si alimenta con poco per andare avanti. Non ti fa paura niente. Sei Don Chisciotte contro le avversità, sei Forrest Gump, come lui corri ciecamente dietro le opportunità che ti si parano di fronte. Non immaginavo sarebbe andata così bene, e nonostante tutto ci ho creduto ciecamente fin da subito.
Ha mai avuto momenti di sconforto durante tutti questi anni? E in caso come li ha superati?
Ho avuto tanti momenti difficili, tante preoccupazioni. Quando inizi un’attività senza capitali, quando non puoi confrontarti con nessuno, quando non hai una famiglia che ti supporta, ogni problema diventa un Everest. Ho superato questi momenti continuando a credere in me stessa e nel lavoro, che mi ha ripagato con grandi soddisfazioni.
A suo avviso i giovani che oggi vogliono investire in un’attività agricola hanno più vantaggi o svantaggi rispetto a quando, invece, è toccato a lei?
Credo che ci siano le stesse opportunità. In agricoltura oggi ci sono tante opportunità, pensiamo per esempio al sostegno della Comunità europea. Il nostro però è un settore dove le variabili per avere successo sono tante. Non ci dimentichiamo che si produce sotto il cielo. Basta pensare al 2022, quando una grandinata mi ha distrutto quattro ettari di produzione, e un’alluvione mi ha bloccato tutta la cantina. Non credo quindi nel fare confronti tra ieri e oggi, quanto nel saper cogliere i vantaggi che si presentano di volta in volta.
Lei è di origini abruzzesi, cosa porta con sé di questa terra?
L’Abruzzo è molto simile alle Marche: è terra di gente laboriosa, cordiale e molto generosa. Io rispecchio molto questo dna. Amo molto il mio essere teramana, soprattutto la cucina delle mie origini che non ha eguali in Italia. Le mie vigne a Controguerra sono un legame con le mie radici, una promessa di appartenenza. Mentirei se non dicessi che l’altra metà delle mie radici è ascolana. Devo tutto a questa gente e a questa terra che mi ha cresciuta.
Sua figlia Marianna, qualche anno fa, è entrata a far parte dell’azienda. Il primo consiglio che le ha dato da mamma e da imprenditrice.
Sia Marianna che Matteo sono entrati in Velenosi. Prima entrambi hanno avuto l’opportunità di studiare e di formarsi all’estero. Sono tornati in azienda con un bagaglio di riguardo e con già le loro esperienze. Ho dato loro due consigli. Il primo suggerimento è stato di non smettere mai di essere curiosi, di avere sempre gli occhi aperti sul mondo. Il secondo è stato di ricordarsi che la Velenosi è il suo staff: insieme siamo una squadra invincibile. I miei figli avranno il compito di inserirsi in quanto dipendenti, ascoltare e rispettare i colleghi. Lavoro solo con persone che rispettano il lavoro altrui e mi aspetto lo stesso da loro.
Quando non è in azienda come ama trascorrere il suo tempo libero?
Bella domanda. Amo trascorrere il mio tempo libero in azienda. Sono malata di azienda. Li ho sempre da fare, mentre a casa mi annoio. Amo fare sport, ma per quello mi ritaglio del tempo al mattino presto. Amo molto leggere e, come molti, non trovo mai tempo. Ho una pila di riviste di settore che non riesco mai a sfogliare, e approfitto dei giorni di riposo per dedicarmi alla loro lettura.