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La pesca si ferma l’11 agosto

Pubblicato il 25 Luglio 2014

SAN BENEDETTO – Le barche si fermeranno l’11 agosto. E’ finalmente arrivata la decisione della Direzione generale della Pesca relativa al nuovo fermo biologico che prevedrà uno stop fino al 24 settembre, almeno per le marinerie del medio Adriatico, San Benedetto compresa. Nel documento è anche stato definito il modus operandi da tenere nelle settimane successive alla ripresa delle attività. In merito sono state date delle direttive che hanno tenuto conto della proposta presentata dai marittimi sambenedettesi che riguardano le miglia in cui poter pescare.

Il modello preso in considerazione è quello del “fuori tutto”, vale a dire quello in base al quale le imbarcazioni di dimensione inferiore ai 15 metri, potranno operare nella fascia di mare compresa tra le quattro e le cinque miglia, anziché oltre le sei miglia come stabilito dalle normative attualmente in vigore. Una decisioen che suscita la soddisfazione, anche se parziale, dell’assessore alla pesca Fabio urbinati: “E’ un segnale importante – spiega – che innanzitutto ci consentirà di avere il pesce fresco del nostro mare a ridosso del periodo di Ferragosto, e poi rappresenta un importante passo avanti in questa battaglia che, ora, dovremo essere bravi a gestire soprattutto in sede di dialogo con la Regione”.

L’ex assessore Nazzareno Torquati lancia però un allarme: Ora è necessario aumentare i controlli”. Torquati analizza infatti le disposizioni riportate sul nuovo provvedimento di fermo biologico e si sofferma, soprattutto, sulla possibilità data alle piccole imbarcazioni, di poter pescare entro già dalle quattro miglia: “Parliamo di quattro o cinque barche in tutto per l’intero porto sambenedettese – afferma l’attuale presidente del Consorzio Economia Ittica Marina Sambenedettese -. Un piccolo gruppo di barche che però potrebbe andare a danneggiare il lavoro degli altri”. Torquati spiega infatti che l’area aperta alla pesca dal provvedimento è un’area di crescita per le specie ittiche: “Il rischio è quello di devastare il raccolto delle barche più grandi, cioè di pescare quelle specie ittiche prima che possano raggiungere taglie pescabili. Per questo, alla luce del provvedimento, dovranno aumentare i controlli sulla taglia del pescato”.

Intanto in capitaneria, è stata affrontata un’altra calda tematica quella della cassa integrazione del 2013 che non è ancora arrivata. Il comandante Sergio Lo Presti ha infatti ricevuto i rappresentanti della marineria locale per discutere del ritardo nei pagamenti. La marineria aveva infatti ha chiesto il possibile intervento dell’Autorità Marittima. La Capitaneria di Porto, al fine di ridurre lo stato di agitazione, si è immediatamente attivata provvedendo a relazionare tutte le Autorità competenti, al fine di addivenire ad una concreta soluzione. E’ stato interpellato l’Inps che ha comunicato di aver effettuato il monitoraggio e la quantificazione della previsione di spesa necessaria per effettuare i pagamenti ed è in attesa di ricevere dalla Direzione Generale le istruzioni per poter procedere ai pagamenti.

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