“E’ una chiusura inaccettabile. Ci mobiliteremo”. Annunciano battaglia i sindacati sulla decisione di mettere in liquidità la Roland di Acquaviva Picena che, attualmente, dà lavoro a 150 persone. “L’annuncio dato ai dipendenti – spiega il segretario regionale della Fim Cisl Marche Leonardo Bartolucci – è stato un autentico fulmine a ciel sereno anche perché lo stabilimento marchigiano della Roland dopo aver superato alcune difficoltà, si trova ora in ottime condizioni economiche”.
La vicenda, insomma, vedrà ancora una volta lottare su due fronti opposti aziende e sindacati ma pone l’accento su quanto sia divenuto difficile, in Italia, fare impresa. La scelta della multinazionale di delocalizzare altrove la produzione dello stabilimento di Acquaviva, arriverebbe infatti dalla decisione di non sottostare più alla pressione fiscale e ai costi di gestione vigenti nel nostro Paese. La situazione economica della Roland non è effettivamente catastrofica. Anzi, il mercato è attivo e non esistevano le premesse per ipotizzare una simile scelta. Una scelta strategica dunque, che però finirà per mandare in strada 150 persone, la maggior parte delle quali con famiglia a carico.
“Per lunedì abbiamo convocato le assemblee con i lavoratori per decidere le azioni di mobilitazione – prosegue Bartolucci -. La chiusura dello stabilimento di Acquaviva rappresenterebbe un costo sociale, economico e di competenze per l’intero territorio marchigiano che non possiamo assolutamente permetterci”. Insomma siamo alla vigilia di un braccio di ferro che nessuno, fino a pochi giorni fa, avrebbe mai potuto prevedere. Persino l’amministrazione comunale acquavivana, che con la Roland stava intraprendendo alcune iniziative scolastiche, è caduta dalle nuvole apprendendo la notizia dai giornali.