SAN BENEDETTO DEL TRONTO. “Non si può risolvere un problema con la stessa mentalità che l’ha generato”. Cita Albert Einstein Nazzareno Torquati parlando della “difficile e ormai sempiterna crisi della Pesca Italiana”.
“L’aver rivolto le attività solo ed esclusivamente al pescare senza pensare alla sostenibilità della risorsa ittica ha di fatto impoverito il settore e causato un ritardo irreversibile se non si attuano da subito atti di mutamenti culturali ed operativi” afferma l’ex assessore alla Pesca e attuale presidente del Consorzio dell’Economia Ittica Sambenedettese.
“La UE si è già data obiettivi concreti per l’Intelligenza Artificiale – spiega -. E lo ha fatto con la consapevolezza che il progresso tecnologico e digitale si sta avviando verso una nuova rivoluzione con il suo perfezionamento e sviluppo (https://op.europa.eu/it/publication-detail/-/publication/3f1ca47c-ede8-11ec-a534-01aa75ed71a1/language-en# ). Essa modificherà nel profondo tutti i sistemi produttivi e di servizi nel volgere di pochi decenni. I settori primari come l’ Agricoltura e la Pesca saranno quelli maggiormente coinvolti in questa rivoluzione”.
L’Intelligenza Artificiale
Per questo motivo Torquati auspica l’apertura, già da subito, di “nuovi scenari di preveggenza ad iniziare dalla Formazione di nuove professionalità che agevolino queste trasformazioni creando lo sviluppo di reti di imprese polivalenti, di servizio e produttive all’ avanguardia, e un continuo collegamento tra i produttori e il mondo della ricerca scientifica”.
“Si potrà migliorare l’efficienza energetica, il che contribuirà in modo significativo a ridurre il consumo di combustibili fossili (il carburante rappresenta fino al 50% dei costi operativi di un peschereccio ) e a ridurre le emissioni di CO2. Sarà possibile costruire nuovi attrezzi di pesca sempre più selettivi”.
L’Intelligenza Artificiale porterà anche a “una migliore individuazione delle zone di pesca per specie. Che potrebbe aiutare i pescatori a gestire in modo più efficace lo sforzo di pesca. Questo come già sperimentato e realizzato dai biologi dell’Università e Ricerca di Wageningen (WUR) nei Paesi Bassi, che hanno sviluppato uno strumento basato sull’intelligenza artificiale per il progetto Fully Documented Fisheries (FDF). (https://oceans-and-fisheries.ec.europa.eu/news/fisheries-management-artificial-intelligence-makes-difference-2023-11-07_en)”.
Le migliorie
“Lo strumento – continua l’ex assessore – riconosce automaticamente le dimensioni, la specie di ciascun pesce, facilitando la gestione della cattura del pescato. Inoltre l’IA potrebbe contribuire a una migliore raccolta, archiviazione e trasmissione dei dati oceanografici e di pesca dalle navi. Dati da trasmettere alle amministrazioni e agli istituti scientifici, fornendo dati più accurati e tempestivi. Cosi creare delle zone interdette periodicamente alla pesca sul modello della Fossa di Pomo, una delle aree marine più estese di ripopolamento ittico esistenti al mondo, che in Adriatico sta permettendo una maggiore quantità di pescato”.
“Garantire la tracciabilità dei prodotti della pesca, evitare etichettature errate e frodi, garantire la salute e la sicurezza pubblica, prezzi equi superando la vendita del pescato al ribasso. Tanti i vantaggi, soprattutto nella rinnovata attenzione dei giovani verso una nuova professione, moderna e tecnologicamente avanzata e molto sostenibile. Vantaggi che porteranno ad un ricambio generazionale sempre auspicato e mai realizzato”.