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Il 2020 per l’agricoltura è stato un anno di straordinari: “Oltre 3700 domande dai nostri uffici per 6 milioni di ristori alle aziende agricole”

Parla Alberto Frau, direttore di Coldiretti Marche
Pubblicato il 28 Novembre 2020
L’anno 2020 è stato, senza ombra di dubbio, un anno che verrà ricordato a lungo per tutti gli eventi che hanno accompagnato l’inattesa terribile pandemia che tanto scompiglio ha creato anche nelle famiglie marchigiane. Nonostante lockdown e restrizioni l’agricoltura è stata l’unico settore che non si è mai fermato, ma anzi ha garantito la produzione e l’approvvigionamento costante di cibo. “Non a caso gli agricoltori stessi sono stati rinominati “gli eroi del cibo” – spiega Alberto Frau, direttore di Coldiretti Marche – Nel caos generale delle normative che venivano emesse e che spesso erano incomplete o tralasciavano totalmente alcuni settori mettendoli in ginocchio, Coldiretti ha fatto subito luce, dettando in modo preciso e puntuale al Governo ciò che andava normato, ciò che andava modificato e come dovevano essere indirizzati gli aiuti per gli imprenditori agricoli. Mai come in questo triste frangente si può dire che, se non ci fosse stata Coldiretti, non si sa che fine avrebbe potuto fare l’agricoltura italiana”. Un’azione che si è fatta sentire anche a livello regionale. “In questi mesi – aggiunge il direttore Frau – non abbiamo mai abbandonato i soci e abbiamo continuato sempre a garantire il presidio, modellando continuamente le presenze dei dipendenti negli uffici di zona nel pieno rispetto delle normative anti Covid. Siamo riusciti così a dare un supporto costante agli agricoltori. Ciò ha permesso di far arrivare circa 6 milioni di euro nelle tasche degli associati. Tra bandi di ristoro nazionale e i 12 regionali (che Coldiretti ha chieste e ottenuto) abbiamo presentato ben 3750 domande. A ciò aggiungiamo le proroghe, le modifiche alle leggi, gli slittamenti, i pagamenti di misure bloccate, i corsi on line e tante altre iniziative che sono andate avanti per fronteggiare l’emergenza. Nessuna pratica è rimasta sospesa e non sono rimaste indietro neanche le persone con difficoltà, perché abbiamo portato cibo a chi non poteva permetterselo e abbiamo aiutato tante strutture in grande difficoltà. Abbiamo faticato molto, è vero, ma abbiamo tirato fuori lo spirito di una grande famiglia, quella di Coldiretti, pronta a correre in aiuto del prossimo nei momenti più duri e a fare quadrato quando serve, come ci hanno insegnato i nostri padri ed i nostri nonni”.
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