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Coronavirus, la parola agli operatori turistici. Stefano Curzi: “Ristorazione attualmente azzerata ma i bagnanti della zona stanno prenotando i posti in spiaggia”

Da venerdì inizierà con le consegne a domicilio. "Il ristorante può ripartire solo garantendo serenità"
Pubblicato il 22 Aprile 2020

GROTTAMMARE – Con l’arrivo delle belle giornate cresce la voglia di ritornare all’aria aperta in spiaggia, degustare menu di pesce in riva al mare. Quando riapriranno gli stabilimento balneari e chalet? Quali saranno le disposizioni a cui bisognerà attenersi? In attesa delle decisioni del governo, facciamo un punto della situazione insieme ad alcune previsioni con Stefano Curzi,  ristoratore nonché noto imprenditore turistico balneare gestore della storica spiaggia “Da Mario” Osteria Sottocoperta di Grottammare. La ripresa non sarà facile, la stagione compromessa. Si prevede un calo di fatturato del 50% se tutto andrà bene. Tra le soluzioni un ripascimento straordinario  dell’arenile,  servizio di ristorazione sulla spiaggia,  norme igienico/sanitare permettendo. Necessario un Tavolo permanente del turismo per  trovare nuovi impulsi.

Quali le ripercussioni della pandemia Covid 19 sul comparto turistico/balneare? Ci sono state disdette nella sua attività? E soprattutto  quali le ripercussioni?
A livello ristorativo l’attività si è totalmente azzerata; cerimonie e piccoli eventi cancellati fino a fine giugno. Quello che pesa nelle persone e’ la paura e l’incertezza. Un fatto sociale come la nostra ristorazione e in generale quella Italiana, che non ha mero scopo nutrizionale, è stata ferita a morte da questa situazione. Ovviamente non si va a mangiare per fame ma per stare bene, coccolati, serviti, riconosciuti e quindi  saziati ad ogni livello sensoriale ed emotivo. In questa situazione ci spaventa ulteriormente la riapertura accompagnata alla parola “distanziamento sociale” perché, a parte il costo di eventuali adeguamenti, lascerebbe spazio alla paura e al senso di insicurezza che in questa situazione non farebbe ripartire il mercato. Per la spiaggia, il discorso è leggermente diverso, sentiamo nelle persone una gran voglia di normalità, e quindi differentemente dalla considerazione della ristorazione, non percepiamo una diffidenza di fondo. Tanto è vero che gli abbonati locali, così detti stagionali, stanno confermando la presenza. Anche perché hanno paura che il distanziamento degli ombrelloni porti a perdere capacità ricettiva del loro Lido abituale e quindi il loro “posto”. Sapendo che tale ridimensionamento della capacità ricettiva sarà per tutti, ecco che potremmo avere clienti che non hanno possibilità di accesso alle attrezzature di relax. Se questo attaccamento al nostro servizio spiaggia ci fa ben sperare per un verso, ci consegna dall’altro, ad un triste dato matematico: il calo certo ed imponente del fatturato e della possibilità di onorare impegni economici e occupazionali. La stagione è quindi compromessa soprattutto per il fatto che se prevarrà l’idea di un turismo di prossimità, significherà far conto su un territorio il nostro, Piceno o poco più, che a stento non supera le 210.000 anime. Non abbiamo bacini importanti su cui attingere e se da Roma, Milano, Varese piuttosto che Brescia o Torino non arriveranno turisti sarà il tracollo. Pensiamo ad un calo del fatturato almeno del 50% su base  stagionale considerando la speranza di ricominciare a lavorare dai primi di maggio e la non minore speranza di un tempo clemente, caldo soleggiato su Luglio e Agosto,  altrimenti potremmo arrivare a perdite del 60% – 70%

Come vi state organizzando per la spiaggia, in previsione dell’annunciato distanziamento?
Stiamo prendendo le misure con le ipotesi che circolano in rete più o meno fasulle. Certo è che vogliamo garantire a noi stessi in primis, ai collaboratori e agli ospiti il massimo della serenità possibile nel trascorrere il loro tempo in spiaggia.  Autonomamente stiamo prendendo contatti con le ditte per acquisire dei macchinari per la disinfezione delle attrezzature e i prodotti per sanificare gli ambienti più sensibili quali docce e spogliatoi. Tutti si dovranno sottoporre a distanziamenti, limitazioni (mascherine e guanti) quasi improponibili a 40°.  Penso anche alle spiagge libere e a chi dovrà controllarne il corretto utilizzo. Non sarebbe da escludere il servizio di ristorazione sulla spiaggia, ma ci sono da valutare le stringenti norme igienico/sanitarie.

Sul  web circolava l’immagine  della spiaggia con gli ombrelloni separati da pannelli in plexigass che ha sollevato  unanime indignazione. Che ne pensa?
Sono solo bufale e follie le idee di pannellature in spiaggia che metterebbero a rischio la salubrità dell’elioterapia, della balneazione e anche la sicurezza degli ospiti. Oltretutto siamo tutti ormai abituati ad improvvisi temporali e trombe d’aria. Quale compagnia assicurerebbe strutture del genere in caso di tempeste estive?

Vi state organizzando per la riapertura, in che modo?
Ci stiamo organizzando con il Delivery in attesa anche del ripristino della possibilità di take away, il più classico asporto. Tratteremo solo alcuni dei nostri prodotti del menu  in quanto crediamo che non riusciremmo a garantire la qualità che siamo abituati ad offrire ai nostri amici clienti che vogliono mangiare buon pesce. Lo facciamo come forma di servizio e per il mantenimento della clientela abituale, non certo con la speranza che possa per ora diventare una fonte di guadagno.

Quando inizierete con l’asporto?
Da questo fine settimana,  saremo pronti da venerdì per il ponte del 25 Aprile e poi dal giovedì alla domenica

In questa fase critica l’amministrazione comunale  come potrebbe aiutare gli  operatori turistico/balneari ?
L’ Amministrazione anche attraverso contatti con un gruppo nascente di operatori del settore sta facendo il possibile, pur avendo le mani legate in certi ambiti come la riduzione delle imposte. Ma è  consapevole del rischio sociale e occupazionale che una mancata stagione estiva può significare per un piccolo Comune come il nostro dove non ci sono fabbriche o distretti produttivi pronti ad assumere gente fuoriuscita dal circuito del turismo. Interventi auspicabili a mio avviso sarebbero il ripascimento straordinario dell’arenile, in una spiaggia come la nostra, non sempre generosa in profondità permetterebbe  di ridurre così l’impatto del distanziamento. Sicuramente l’apertura di un Tavolo permanente per il turismo e il commercio e, come già per altro sta facendo, porsi al nostro fianco nelle necessità burocratiche.

Avete idee per rilanciare la  prossima stagione balneare, comunque critica?
C’è da attendere ancora per capire cosa si potrà fare e cosa no. Dovremmo riuscire ad essere belli ed attraenti anche in questo momento di difficoltà, sapendo che uno sforzo in più da parte di tutti oggi, permetterebbe di essere pronti alla ripartenza vera magari l’anno prossimo. C’è a mio avviso necessità di tornare ad amare e farsi amare dai turisti. E su questo dovremmo guardare a territori che hanno compreso questo da tempo come il Trentino o il Veneto.

Come pensate di ripartire con la ristorazione?
Come dicevo la ristorazione può ripartire se può garantire serenità e benessere altrimenti, se deve essere bistrattata e considerata alla stregua di una mensa aziendale, con plexiglass sopra i tavoli  e quant’altro è meglio che non riparta. Forse basterà che un protocollo medico, un farmaco o un vaccino ci sveglino da questo incubo, chissà! Nulla ancora una volta però ci vieta di guardare avanti volgendoci indietro con l’occhio di chi sa da dove si viene e forse, con i dovuti accorgimenti, ristabilendo alcune priorità, trovare un cameriere in guanti bianchi e una cloche sul carrello delle pietanze non sarà poi così drammatico.

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