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Chalet all’asta. Se passa lo straniero…

Pubblicato il 28 Agosto 2013

SAN BENEDETTO – “Le concessioni balneari possono finire nelle mani di aziende straniere”. Questa è un’ipotesi che potrebbe diventare realtà secondo Enrica Ciabattoni -presidente del Sindacato Italiano Balneari di Confcommercio- se si combinasse l’azione del Governo, sempre più deciso a dismettere beni del Demanio Statale e quindi tutte le concessioni demaniali delle spiagge per attrarre investitori stranieri, con la messa in atto della direttiva europea Bolkestein.

In sostanza la direttiva europea 123 del 2006, detta Bolkestein, elimina il rinnovo automatico delle concessioni sul demanio marittimo per creare bandi di assegnazione ad evidenza pubblica ad ogni scadenza temporale della licenza.

Fortunatamente è stata sospesa fino al 2020, ma in questo periodo di difficoltà economica lo Stato Italiano potrebbe metterla in atto o promulgare leggi ad hoc pur di favorire le grandi multinazionali nell’assegnazione pubblica delle concessioni e tornare ad avere massicci investimenti di capitale estero.

Tutto questo a discapito di tutti gli imprenditori locali e delle famiglie che da anni lavorano nel settore balneare che si vedrebbero portar via le loro concessioni senza possibilità di essere risarciti dei loro investimenti.

“Questa è la nostra più grande paura – spiega Enrica Ciabattoni– pur di non lasciar scappare i capitali provenienti dalle multinazionali il Governo potrebbe intervenire in loro favore. Il blocco della Bolkestein fino al 2020 ci garantisce tempo per trovare, insieme agli organi governativi, una soluzione congiunta al problema. Ma con questa instabilità politica diventa sempre più difficile farci ascoltare”.

Sempre secondo il presidente Ciabattoni nel territorio marchigiano non ci dovrebbero essere grandi concessioni appetibili dai gruppi esteri. Rimane, dunque, da risolvere il problema inerente l’assegnazione pubblica e la scadenza temporale delle licenze.

“L’errore è stato commesso all’inizio – ha commentato Enrica Ciabattoni – lo Stato ha fatto credere ai cittadini che il possesso di una concessione non avesse un termine. Questa opinione si è mantenuta sia durante il periodo in cui la concessione era rinnovata dalla Capitaneria e sia quando la gestione è passata nelle mani dei Comuni con il diritto di insistenza. Tutti hanno investito molti soldi nei loro chalet e adesso con l’attuazione della Bolkestein potrebbero perdere tutto”.

Il rischio è maggiore per tutti quegli imprenditori che avevano deciso di fare consistenti investimenti pur di trasformare i loro chalet passando da piccole strutture in legno, in grandi strutture in cemento per diventare “attività annuali”. In caso di perdita della concessione il danno sarebbe enorme perché non è prevista ne dalla direttiva e ne da accordi col Governo alcuna procedura di risarcimento.