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Bankitalia, l’economia marchigiana va più lenta della media nazionale

Incertezza e il rialzo costi stanno frenando gli investimenti
Pubblicato il 8 Novembre 2023

ANCONA. Nel primo semestre del 2023 ci sono stati “numerosi segnali di rallentamento dell’economia regionale” delle Marche, che “è cresciuta un po’ meno della media nazionale e analoghi segnali si riscontrano in tutti i settori di attività”.

Lo ha detto Alfredo Bardozzetti, responsabile della Divisione Analisi e Ricerca Economica territoriale della Banca d’Italia, presentando l’aggiornamento congiunturale del rapporto sulle Economie regionali relativo alle Marche.

Aggiornamento da cui emerge che nei primi sei mesi del 2023 il prodotto interno regionale sarebbe cresciuto dell’1,0%, rispetto allo stesso periodo del 2022, ma “meno che in Italia(1,2%).

Pesa “il clima di incertezza” legato anche alla guerra in Ucraina, che ha avuto “un brusco aumento” dopo i recenti attacchi terroristici in Medio Oriente. Tutti i settori registrano segnali di peggioramento congiunturale: l’attività dell’industria si è “affievolita” (con l’eccezione del calzaturiero), ha rallentato il settore delle costruzioni e ha perso slancio nei servizi, risentendo del calo della domanda interna.

Secondo un sondaggio condotto da Bankitalia tra la fine di settembre e gli inizi di ottobre, su un campione di 130 imprese con almeno 20 addetti, gli investimenti hanno risentito negativamente del clima di incertezza, dell’aumento dei costi energetici e di innalzamento di quelli del debito. Si è ridotta la quota delle imprese con fatturato in aumento, arrivando a controbilanciare quelle con fatturato in calo. Le esportazioni, al netto del comparto farmaceutico, hanno ristagnato.

Sul fronte del lavoro, la fase di espansione lavorativa post pandemia si è interrotta: nella media del primo semestre il numero di lavoratori è diminuito(soprattutto gli autonomi), a fronte di un aumento in Italia. Stabile il tasso di occupazione, in diminuzione però quello relativo alla popolazione in età da lavoro. Indebolita anche la dinamica dei consumi, con il potere di acquisto delle famiglie intaccato dall’inflazione.

I prestiti bancari a clientela residente nelle Marche, la cui crescita si era arrestata a fine 2022, sono nettamente diminuiti nella prima metà dell’anno. Ed è proseguita la contrazione del credito bancario al settore produttivo.

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