Nelle prossime settimane entrerà in vigore l’Energy Release, un provvedimento concepito per calmierare il prezzo dell’energia elettrica destinata alle aziende con consumi elevati.
Questa iniziativa, promossa dal Ministero per l’Ambiente, punta a favorire l’accesso a forniture a prezzi agevolati, condizionando tale beneficio all’impegno di realizzare impianti di autoproduzione da fonti rinnovabili.
Obiettivi e funzionamento del sistema
L’Energy Release rappresenta un passo concreto verso l’indipendenza dal gas, cercando di disaccoppiare i costi dell’energia elettrica da quelli del metano. Il programma prevede la messa a disposizione di 23 terawattora all’anno per tre anni, offrendo alle imprese un prezzo calmierato di 65 euro per megawattora rispetto al prezzo di mercato, che nel 2024 è stimato attorno ai 112 euro per megawattora.
Le aziende beneficiarie devono essere iscritte nell’elenco degli energivori per il 2024, gestito dalla CSEA, e sottostare a un impegno cruciale: realizzare o potenziare impianti rinnovabili con una capacità minima di 200 kilowatt, sufficiente a produrre almeno il doppio dell’energia ricevuta a prezzi calmierati. Le imprese avranno a disposizione circa 40 mesi per portare a termine tali impianti.
Tempistiche e partecipazione
Il bando per accedere all’Energy Release è stato pubblicato il 14 novembre scorso, ma la scadenza per presentare domanda è stata prorogata dal 13 gennaio al 14 febbraio. Questa dilazione è stata decisa per consentire alle aziende di perfezionare le richieste, anche alla luce del numero limitato di domande inizialmente pervenute rispetto all’offerta disponibile. Nonostante ciò, le stime di mercato indicano che la domanda potenziale potrebbe superare di tre volte il contingente messo a disposizione.
Opportunità e sfide
Il meccanismo proposto apre la strada a un nuovo mercato, popolato da operatori e utility pronti a collaborare con le imprese per progettare e realizzare impianti rinnovabili. Gli imprenditori potranno affidare a terzi la costruzione degli impianti, sfruttando contratti che distribuiscono tra le parti i proventi generati dal differenziale tra il prezzo di mercato e quello calmierato. Questa soluzione potrebbe mitigare alcune esitazioni legate alla complessità delle normative autorizzative, soprattutto per impianti fotovoltaici su terreni agricoli, irrigidite dai recenti decreti “Agricoltura” e “Aree idonee”.
Impatti previsti e prospettive
L’Energy Release si propone non solo di abbassare i costi energetici per le aziende, ma anche di accelerare lo sviluppo delle fonti rinnovabili. Si stima che il programma porterà alla realizzazione di almeno 5-6 gigawatt aggiuntivi di impianti fotovoltaici. Secondo Confindustria, gli investimenti previsti dalle imprese per questi progetti potrebbero raggiungere i 12 miliardi di euro.
Qualora la domanda superasse l’offerta, il Gestore dei Servizi Energetici (GSE), incaricato della gestione delle assegnazioni, potrebbe valutare una forma di riparto per garantire un’equa distribuzione delle risorse disponibili.
L’Energy Release rappresenta dunque un’opportunità significativa per le imprese italiane, consentendo loro di ridurre i costi energetici e contribuire alla transizione verso un futuro più sostenibile.