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Alberghi trasformati in residence e “Codice Cir”. A San Benedetto in molti lasciano il mercato degli affitti brevi e tornano all’antica maniera

L'immobiliarista Renato Troiani: "Sul lungomare ci sono numerosi appartamenti per i turisti a disposizione. Questo ha portato ad una "svalutazione" nel mercato stagionale per le strutture che si trovano lontano dal mare». Così in tanti stanno dando le abitazioni a famiglie o residenti per i "vecchi" affitti a lungo termine
Pubblicato il 25 Settembre 2024

SAN BENEDETTO DEL TRONTO. Negli ultimi anni, in molte località turistiche italiane, il mercato degli affitti brevi destinati ai turisti ha registrato una forte crescita, spesso a discapito del mercato degli affitti residenziali tradizionali. In Riviera la situazione sembra seguire un percorso diverso rispetto a quanto accade in altre città costiere.




Il fenomeno degli affitti turistici ha assunto contorni distinti, e il mercato immobiliare non sembra subire lo stesso tipo di pressione che si avverte altrove. Come spiega Renato Troiani, noto immobiliarista locale, uno dei fattori chiave di questa particolarità è stata la conversione di numerosi hotel in residence. «Questo ha portato ad un aumento delle abitazioni disponibili per il mercato turistico, soprattutto nelle zone più vicine al lungomare», sottolinea Troiani. In pratica, il mercato degli affitti turistici a San Benedetto si è espanso in modo naturale, senza generare eccessive tensioni con quello residenziale.

Tuttavia, questo cambiamento ha avuto effetti tangibili. Con il gran numero di appartamenti presenti in zona turistica e “attrezzati” per l’uso, le abitazioni situate in aree più distanti dal mare, come Viale De Gasperi o le zone centrali della città, hanno subito una svalutazione nel mercato degli affitti estivi. Molti proprietari, infatti, trovano sempre meno vantaggioso destinare i propri immobili agli affitti brevi e stanno progressivamente tornando a modalità di affitto tradizionali, incentivati anche dalle recenti agevolazioni fiscali.

Uno degli aspetti che ha maggiormente influenzato questa tendenza è stata l’introduzione del Codice Identificativo Regionale (CIR), obbligatorio nelle Marche per chi affitta immobili ai turisti tramite piattaforme online come Airbnb e Booking. Il CIR è un codice unico che assicura la tracciabilità e la trasparenza delle strutture ricettive, contribuendo a combattere l’abusivismo. Chiunque intenda affittare a turisti deve infatti registrarsi presso il proprio comune di residenza per ottenere il codice e certificare la conformità dell’immobile per l’uso turistico.

«L’obbligo di ottenere il CIR ha dissuaso molti proprietari dal continuare con gli affitti brevi, spingendoli a preferire contratti di affitto a lungo termine», afferma ancora Troiani. Infatti, la burocrazia legata al CIR, unita al calo di attrattività degli affitti turistici dovuto alla maggiore concorrenza e alle nuove agevolazioni fiscali per gli affitti tradizionali, sta portando ad una riscoperta del classico affitto residenziale.

San Benedetto del Tronto, dunque, sembra rappresentare un esempio di equilibrio tra il turismo e le esigenze abitative locali. Il mercato immobiliare si sta adattando in modo diverso rispetto ad altre località turistiche italiane, dove la tensione tra affitti brevi e residenziali è più marcata. La città sembra aver trovato una propria strada, che potrebbe rivelarsi sostenibile sia per i residenti che per il settore turistico.

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