A partire dal 1° gennaio 2025, il settore degli affitti brevi in Italia subirà significative modifiche con l’introduzione del Codice Identificativo Nazionale (CIN).
Questo codice, assegnato dal Ministero del Turismo, mira a regolamentare e monitorare le locazioni turistiche, garantendo maggiore trasparenza e sicurezza sia per i proprietari che per gli ospiti.
Cos’è il CIN e come ottenerlo
Il CIN è un codice univoco attribuito a ogni unità immobiliare destinata a locazioni brevi o turistiche. Per ottenerlo, i proprietari devono registrarsi presso la Banca Dati delle Strutture Ricettive (BDSR) del Ministero del Turismo, fornendo dettagli sull’immobile, inclusi i dati catastali e, se l’attività è svolta in forma imprenditoriale, attestando i requisiti di sicurezza degli impianti. La procedura è interamente telematica e richiede l’accesso tramite SPID o CIE.
Obblighi per i proprietari
Una volta ottenuto, il CIN deve essere esposto all’esterno dell’edificio in cui si trova l’immobile e inserito in ogni annuncio pubblicitario, sia online che offline. Questo obbligo si estende anche agli intermediari immobiliari e alle piattaforme di prenotazione come Airbnb e Booking.
Requisiti di sicurezza
Oltre all’ottenimento del CIN, le unità immobiliari destinate agli affitti brevi devono essere dotate di dispositivi per la rilevazione di gas combustibili e monossido di carbonio, nonché di estintori portatili a norma di legge, posizionati in punti accessibili e visibili. Questi requisiti mirano a garantire la sicurezza degli ospiti durante il soggiorno.
Sanzioni per mancata conformità
Il mancato rispetto delle nuove disposizioni comporta sanzioni significative:
- Assenza del CIN: multa da 800 a 8.000 euro.
- Mancata esposizione del CIN: sanzione da 500 a 5.000 euro.
- Assenza dei requisiti di sicurezza: multa da 600 a 6.000 euro per ogni violazione accertata.
- Esercizio dell’attività in forma imprenditoriale senza presentazione della Segnalazione Certificata di Inizio Attività (SCIA): sanzione da 2.000 a 10.000 euro.
Queste misure sono state introdotte per contrastare l’abusivismo e garantire standard elevati nel settore delle locazioni turistiche.
Impatto sul mercato degli affitti brevi
Secondo un’indagine condotta da Facile.it, circa il 33% dei proprietari non è a conoscenza dell’obbligo di esporre il CIN, e solo il 20% ha già completato il processo per ottenerlo. Inoltre, il 9,3% dei locatori ha scelto di cessare l’attività, ritenendola troppo complessa, mentre il 6% intende proseguire senza rispettare la legge.
L’introduzione del CIN rappresenta un passo significativo verso la regolamentazione del mercato degli affitti brevi in Italia, promuovendo trasparenza, sicurezza e legalità. È fondamentale che i proprietari si informino adeguatamente e si adeguino alle nuove normative per evitare sanzioni e contribuire a un settore turistico più sicuro e professionale.