di Davide Balestra
FERMO. Flavio Tataranni e Alessandro Zoboletti. Sono loro i due calciatori che, allo stadio Bruno Recchioni, hanno steso la Fermana sul 2-0. Al termine dell’incontro, entrambi hanno espresso un pensiero comune. Vale a dire quello di «Restare a giocare nella Sambenedettese». A partire dal centrocampista. “Dedico la rete a mio nonno Vito che è venuto a mancare nei giorni scorsi. Ma anche a mamma e papà che sono sempre pronti a supportarmi. Nonostante il poco minutaggio ho capito che il lavoro ripaga sempre”. Il centrocampista romano – anche per via della regola degli Under – ha trovato poco spazio. “Giocare qui è entusiasmante. Il mio ruolo preferito? La mezzala. Ma sono a completa disposizione dell’allenatore. Se dovessi segnare sotto la Curva Nord? Potrei impazzire (ride, ndr)
Come sottolineato, anche Zoboletti è dello stesso parere del compagno di squadra. “Dedico questo gol ai miei genitori e a un mio amico che era allo stadio. Mamma, per una questione di scaramanzia, viene a vedere solo le partite in casa, mentre papà era presente anche oggi. Il nervosismo prima del mio cambio? C’è stata una piccola discussione sul campo da gioco. Possono essere scappate delle parole che non avrei voluto dire ma la responsabilità non era solo mia”. Il difensore ha raccolto meno minutaggio rispetto alla passata stagione. Ma poco importa. “È stato un cammino fantastico. Quando riesci a raggiungere l’obiettivo non puoi che essere soddisfatto. Ho vissuto due promozioni da tifoso, questa è la mia prima da calciatore della Samb. La gioia è immensa. Riconferma? Spero di restare. Penso e spero che questa sia anche la visione della società”.
Il cognome è di quelli importante, essendo nipote del presidente Ferruccio. “Quando indosso la maglia della Samb penso subito a lui – dice Zoboletti – . I valori che ha insegnato a me e la mia famiglia non possono dipendere da un risultato. Sono sempre orgoglioso di indossare questa maglia, sia in caso di vittoria che di sconfitta. Il mio ritorno? A Carpi non ho trovato spazio. De Angelis è stato il primo a volermi di nuovo in squadra