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Il medico sambenedettese Attilio Cavezzi: “Troppi silenzi sui danni del vaccino. Nell’ultimo anno trattate un centinaio di reazioni avverse”

Il dottore vascolare a La Verità: "Il vero problema è che non abbiamo dati affidabili. E i medici ancora non segnalano"
Pubblicato il 1 Agosto 2022

“Io sono un medico e il mio dovere è curare i malati, non posso girare la testa dall’altra parte solo perché può essere scomodo occuparsi di alcuni pazienti. Eppure vedo ancora molti medici continuare a essere riluttanti a segnalare gli effetti indesiderati. E senza segnalazioni come si possono avere dati certi”.

Parole di Attilio Cavezzi rilasciate al giornale La Verità a proposito di reazioni avverse che sarebbero state procurate dalle vaccinazioni anti-covid.

Medico vascolare che opera tra San Benedetto e Bologna, Cavezzi spiega: “Il vero problema è che non abbiamo dati affidabili, perché la farmacovigilanza sugli effetti avversi è ancora di tipo passivo. Tutte le piattaforme utilizzate non permettono di capire la reale portata di questo fenomeno, i casi sono sottostimati e ne ho persino conferme dirette da pazienti che mi dicono che quasi nessuno dei medici che li ha visitati in precedenza ha segnalato la reazione avversa”.

Cavezzi entra quindi nel dettaglio: “Il primo paziente si è presentato da me a giugno 2021. Era un bagnino, un uomo che non aveva mai avuto problemi di salute. Dopo qualche ora dall’inoculazione ha iniziato a stare male, l’hanno portato al pronto soccorso, aveva degli sbalzi di pressione impressionanti. I valori schizzavano oltre i massimi per poi crollare ben sotto il limite minimo […] Purtroppo dopo di lui se ne sono susseguiti molti altri. E così, man mano che aumentava il numero dei pazienti che mi riferivano di aver avuto reazioni avverse, cresceva anche la mia consapevolezza del fenomeno in atto”.

Cavezzi rivela di aver trattato nell’ultimo anno circa un centinaio di persone con quelli che lui considera effetti avversi: “Tutti, nessuno escluso, presentano un’alterazione del sistema nervoso autonomo, in pratica è come se il paziente fosse sempre in uno stato di stress e dunque il suo corpo produce una quantità eccessiva di diverse sostanze come il cortisolo, la noradrenalina e l’adrenalina stessa”.

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