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Torre ProMarche, l’azienda: “La sentenza del Tar ci consente il ricorso. Dal Comune perdite di tempo che rischiano di aver ricadute occupazionali”

La nota dell'azienda di commento a quanto stabilito dal Tribunale Amministrativo delle Marche
Pubblicato il 4 Ottobre 2024

SAN BENEDETTO DEL TRONTO. «L’Associazione di produttori Promarche, all’indomani della pubblicazione della sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale, esprime  la propria soddisfazione per la tempestività della decisione e la possibilità che, questa, di mero contenuto processuale, offre all’azienda di proseguire il giudizio a difesa del  progetto e dei pareri resi  dalle Autorità Amministrative  in conferenza di servizi, in riferimento al nuovo atto di medesimo contenuto assunto dal Consiglio comunale». L’aziend alo afferma in una nota.




«Di rilievo – continuano dalla ProMarche – è altresì la possibilità che la sentenza offre alla ditta di ottenere immediatamente con appello un riesame nel merito del progetto avanti il Consiglio di Stato e dunque una decisione definitiva in tempi più brevi. In tal senso, ProMarche apprezza la statuizione del TAR per l’attenzione ai tempi e alle plurime azioni aperte alla azienda su aspetti giuridici complessi e non univoci».

Ma non mancano le note polemiche: «Di contro – continua l’azienda – non si può che evidenziare il comportamento elusivo del Comune che ha cercato di frapporre ostacoli per allungare i tempi e procrastinare le decisioni giudiziarie, assumendo un atto consiliare confermativo del precedente così pregiudicando la possibilità di realizzare un prestigioso obbiettivo PNNR e ponendo in crisi la situazione occupazionale del territorio. L’atteggiamento adottato sulla vicenda dall’amministrazione comunale, ad avviso dell’azienda e delle maestranze, non corrisponde all’interesse pubblico che dovrebbe condurre le scelte sulle attività produttive del comune. Naturalmente. non possiamo nascondere che l’accaduto avrà inevitabili ripercussioni sulla possibilità di percepire il rilevantissimo contributo che ci è stato riconosciuto con fondi del P.N.R.R. e, temiamo, anche ricadute sul piano occupazionale, di cui un domani potremmo essere costretti a chiedere risarcimento nei confronti dell’Amministrazione che, con la sua condotta, sta impedendo di attuare un investimento per noi così importante».

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