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“Sul set con Vanessa Incontrada”. Parlano i sambenedettesi che recitano in “Scomparsa”

Il racconto di due figuranti che nella tarda primavera del 2016 presero parte alle riprese della fiction girata a San Benedetto
Pubblicato il 7 Dicembre 2017

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Non solo un imponente ritorno di immagine per la città. “Scomparsa” racconta qualcosa di più, soprattutto per quei fortunati che hanno avuto l’occasione di essere selezionati come figuranti nella fiction campione d’ascolti di Raiuno, girata a San Benedetto nella tarda primavera del 2016.

Stelle per una notte o per un semplice istante, poco importa. Resta e rimarrà l’orgoglio di poter raccontare le emozioni e i retroscena di un’esperienza indimenticabile e, forse, irripetibile. “Ho impersonato il giornalista, poi un passante e il cliente di un bar”, racconta Nicolò Bagalini.

Segretario locale del partito Repubblicano e amministratore nella società immobiliare di famiglia, Bagalini non è una matricola nel settore. “Mia nonna era cugina di Virna Lisi, ogni tanto vengo chiamato per qualche lavoro, in passato partecipai a L’Onore e il Rispetto e Il Bello delle Donne”. Lui, come tanti altri, fu ripescato dalle cinquecento persone che l’estate prima, ad Offida, vennero provinate per “Rimbocchiamoci le maniche”, serie con Sabrina Ferilli sempre targata Endemol: “Feci la comparsa all’interno del Teatro Serpente Aureo, durante il comizio della protagonista”.

Decisamente differente il suo impiego in “Scomparsa”, che lo vide impegnato sul set per tre giorni. “La scena dell’assalto al papà di Sonia la girammo all’hotel Progresso, davanti al cancello che porta alla dependance adiacente. La rifacemmo molte volte, eravamo titubanti, impreparati. Vanessa (Incontrada, ndr) uscì e ci tranquillizzò. Ci disse che non dovevamo essere impauriti perché la scena prevedeva che fossimo invadenti e molesti”.

Bagalini portò gli abiti da casa, seguendo le rigide indicazioni della produzione: “Era giugno, ma volevano indumenti primaverili. Erano vietati i vestiti a righe, i marchi in vista e i colori sgargianti, che rischiavano di distrarre l’occhio dello spettatore. Mi proposero di andare anche a Roma per altre pose, ma purtroppo avevo impegni e rifiutai”.

Paolo Granucci invece nella Capitale ci andò. Dipendente alla Gem Elettronica e una somiglianza con Walter Nudo che in tanti gli riconoscono, nella serie il 41enne sambenedettese è un poliziotto che lavora a stretto braccio con il vicequestore Nemi.

Per lui cinque giorni di lavoro in Riviera e altri due negli studi Videa a fine luglio. “I ciak più complicati furono sicuramente quelli alla Sentina, dove viene ritrovato il corpo senza vita di una delle due ragazze. Faceva caldissimo, era pieno di zanzare, fu un disastro. Rifacemmo quella scena diverse volte. C’era una controfigura chiamata ad interpretare la ragazza nelle pose di spalle, mentre il volto era dell’attrice”.

Impersonando un poliziotto, Granucci non dovette occuparsi dei costumi, interamente forniti dai responsabili della fiction. “A San Benedetto ci vestivamo al piano terra dell’hotel Smeraldo, ci dava tutto la produzione. Con la Incontrada girammo poche scene, a differenza di Giuseppe Zeno. Con gli attori abbiamo passato molto tempo, prima e dopo le riprese. Ebbi modo di vivere tutto il dietro le quinte, è stata una grande avventura”.

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