SAN BENEDETTO DEL TRONTO. La giornata di oggi è stata scandita da una serie di colpi di scena che hanno stravolto la vicenda legata al sentiero che collega la statale 16 allo stadio Riviera delle Palme.
Il nodo cruciale è un documento del 2004, rimasto fino ad ora sotto traccia, ma che di fatto ribalta la situazione: una delibera della giunta Martinelli, con cui veniva approvato e adottato il Piano Urbano del Traffico redatto dal professor Francesco Canestrari, certifica che quel sentiero rientra tra le “strade vicinali di uso pubblico”. Un atto che, alla luce delle tensioni scoppiate negli ultimi mesi, sarebbe dovuto emergere ben prima.
La scoperta del documento ha acceso un vero e proprio terremoto all’interno del Comune. I vertici dell’amministrazione non avrebbero gradito il ritardo con cui il dirigente ha ritrovato l’atto, nonostante le continue polemiche e le richieste di chiarezza arrivate sia dai cittadini che dai consiglieri comunali.
E così, nelle ultime ore, è arrivata la decisione che segna una svolta nella vicenda: il Comune ha annullato in autotutela la SCIA concessa a Luigi Rapullino, titolare dell’area, aprendo così la strada alla revoca della recinzione e al ripristino della viabilità pubblica su quella lingua di terra.
Un vero colpo di scena, considerando che la questione era in una fase di stallo da mesi. Dopo l’acquisizione dell’area, nella seconda metà del 2024, il privato aveva chiuso l’intera zona, recintando anche il sentiero e impedendone l’accesso.
Una decisione che aveva innescato forti tensioni tra la Sambenedettese Calcio e l’amministrazione comunale, oltre a spaccare il Consiglio stesso. Il pressing della consigliera Luciana Barlocci con le numerose interrogazioni e la conseguente richiesta di un Consiglio comunale aperto avevano mantenuto accesi i riflettori su questa vicenda.
A questo punto, l’assemblea straordinaria prevista per sabato assume un significato completamente diverso. Se fino a ieri si trattava di un confronto tra le parti per trovare una soluzione, ora la discussione avrà un carattere più acceso e politico, con la necessità di capire come sia stato possibile che un documento così importante sia rimasto “sepolto” per tutto questo tempo, emergendo solo quando la situazione era ormai esplosiva.
Ma non è tutto: la vicenda è arrivata anche in Procura. Luciana Barlocci, che da tempo chiede chiarezza sulla gestione del caso, ha segnalato alla magistratura alcune lettere ricevute sia dal privato che da un dirigente comunale.
Un quadro sempre più caotico con numerosi punti interrogativi su quale sarà il futuro di tutta questa vicenda.