SAN BENEDETTO DEL TRONTO. “La tragedia di Calenzano è un esempio drammatico di ciò che può accadere quando non si valutano a fondo i rischi. Qui a San Benedetto del Tronto, ci troviamo di fronte a una situazione analoga: un impianto di stoccaggio gas sotterraneo di 15 chilometri quadrati, caricato a pressioni altissime, viene proposto nel cuore della città. Questo progetto è un pericolo inaccettabile per i cittadini”, hanno dichiarato Alfredo Vitali e Massimo Bartolozzi, rispettivamente presidente e vicepresidente del Comitato Ambiente e Salute.
“I tecnici hanno smentito le preoccupazioni sollevate dall’ArpaM riguardo alla tenuta del giacimento, senza fornire documentazioni scientifiche adeguate. Questa superficialità mette in pericolo la sicurezza di tutti noi”, hanno proseguito Vitali e Bartolozzi.
Durante un recente incontro pubblico, tenutosi il 6 dicembre a San Benedetto, è emerso che il nostro territorio presenta una sismicità medio-alta e che l’impianto si troverebbe a poche centinaia di metri da abitazioni, scuole e infrastrutture strategiche.
“Il nostro territorio non è idoneo per un impianto di questo tipo. La relazione del geologo Giovanni Marrone ha dimostrato che la struttura geologica non garantisce la sicurezza necessaria. L’impianto è un rischio troppo grande”, hanno affermato i rappresentanti del Comitato.
Anche le istituzioni locali si sono espresse in modo compatto contro il progetto. I sindaci di San Benedetto, Monteprandone e Martinsicuro, insieme ai rappresentanti della Regione, hanno manifestato la loro contrarietà durante l’incontro.
“È fondamentale ora coordinare le azioni per sfruttare al meglio le competenze di ognuno. Dobbiamo trasformare le intenzioni emerse in assemblea in risultati concreti. Questa battaglia possiamo ancora vincerla insieme”, hanno concluso Vitali e Bartolozzi.
Il Comitato Ambiente e Salute invita i cittadini a continuare la mobilitazione, ribadendo l’importanza di essere protagonisti attivi nella tutela del proprio territorio.