di Emidio Lattanzi
C’è una capacità che l’amministrazione comunale di San Benedetto del Tronto sembra aver affinato al massimo: quella di crearsi problemi da sola. L’ultima mossa del sindaco Antonio Spazzafumo, che ha nominato così, de botto, Lorenzo Vesperini come nuovo assessore, è il perfetto esempio di un meccanismo che, anziché risolvere criticità, ne genera di nuove.
Come riportato ieri sulle nostre colonne, questa decisione ha creato parecchi malumori all’interno della maggioranza, che già procedeva “in ordine sparso” e con una comunicazione decisamente carente. Sia chiaro, una carenza evidentemente voluta dal vertice politico e non dagli addetti ai lavori della comunicazione comunale.
Questa nomina non è frutto di una strategia condivisa, ma di un atto solitario. O meglio di un atto condiviso solo con l’ennesimo questuante di turno che impone nomi nel nome degli equilibri politici. Storia vecchia, da queste parti.
Il nuovo assessore, con tutto il rispetto per il suo lungo indiscutibile e lodevole impegno nella comunità grottammarese non sembra avere un legame diretto con l’attività amministrativa di San Benedetto. Questo è il primo punto di tensione.
Non ci vuole una sfera di cristallo per capire che questa scelta non corroborerà quel percorso di tranquillità che sembrava essere stato avviato nell’ultimo mese. O meglio: quella tregua che, con il rientro nei ranghi di Pasquali, sembrava aver iniziato ad assumere i connotati di una certa stabilità.
All’orizzonte si intravedono tuoni, fulmini e nuove divisioni che rischiano di pesare nei prossimi consigli comunali. Così la strada tracciata ora sembra essere quella del ritorno a sedute consiliari che somigliano alle interrogazioni del liceo quando non hai studiato: un terno al Lotto.
Ciò che rende il quadro ancora più surreale è il silenzio. Né il sindaco, né il nuovo assessore hanno rilasciato dichiarazioni pubbliche sulla nomina. A noi non risponde nessuno, ma non si vedono loro dichiarazioni da nessuna parte, nemmeno sull’emittente pagata dal Comune. Ergo: nessuno, volutamente, parla.
Per un’amministrazione che dovrebbe fondarsi sul dialogo e sulla trasparenza, scegliere la strada del mutismo appare non solo incomprensibile, ma controproducente. Si poteva immaginare una conferenza stampa o almeno un comunicato per spiegare ai cittadini e alla maggioranza la logica dietro questa scelta. Invece, nulla.
Così Spazzafumo rischia di tornare a camminare su un filo di lana sempre più sottile. Senza neppure il bastone dell’equilibrista perché rinunciare a spiegare le proprie mosse ai cittadini significa buttarlo via, quel bastone. Andando avanti come un capitano d’azienda che decide in solitudine ma dimenticando che la politica, al contrario, vive di condivisione e di rappresentanza, ci si allontana sempre più dai cittadini. E i risultati si vedono. Purtroppo. Perché tutte queste vicende fanno passare in estrema sordina quello che di buono l’amministrazione sta facendo. Per una assurda carenza comunicativa e per quello che è senz’altro il difetto principale di questa amministrazione: l’assenza di una linea condivisa.
Questo problema, che ha anche radici nella mancanza di partiti politici a sostegno del sindaco (ma questa è un’altra storia), si è tradotto in una erratica navigazione amministrativa. Ogni decisione, presa in solitudine, rischia di apparire arbitraria e di alimentare una percezione di caos.
“Fiat lux,” direbbe qualcuno: che si faccia luce. Ma la luce, in politica, arriva solo dove c’è volontà di dialogo e condivisione. In caso contrario, il buio delle crisi autoindotte continuerà ad avvolgere questa amministrazione. E pure questa città.