SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Non sapevo fosse scomparso, mi dispiace”. Sergio Martino apprende della morte di Giuseppe Valeri con sincera amarezza. Vicepresidente della Sambenedettese per più di un decennio, Valeri fu anche fondatore di Tvp e creatore della società cinematografica Videofilm Vick, con la quale coprodusse “L’allenatore nel pallone” e “Mezzo destro, mezzo sinistro”, diretti proprio da Martino.
“Lo conobbi grazie a mio fratello Luciano. Era un acquirente di film e diritti televisivi. So che a San Benedetto ebbe la geniale idea di far nascere una tv privata collegando i cavi da palazzo a palazzo”.
Martino si riferisce a Tvp, in origine denominata – e non a caso – Telecavo Color. Tutto cominciò infatti col cablaggio dell’intera città, quartiere dopo quartiere, in seguito alle prime sentenze dei giudici che riconobbero la legittimità delle emittenti private.
Calcio, tv, quindi cinema. Tre ingredienti che nel primo lustro degli anni ottanta portarono San Benedetto sotto le luci della ribalta. Valeri acquistava i diritti di alcuni film, poi li rivendeva ai principali soggetti televisivi italiani. Da una parte la Rai, dall’altra la Fininvest di Silvio Berlusconi. Fino a quando le pellicole cominciò a produrle direttamente.
“L’allenatore nel pallone era stato quasi ultimato – ricorda Martino – ma Valeri desiderava che vi fossero dei riferimenti alla sua città”. Ecco allora che la troupe del regista si recò nelle Marche per alcuni omaggi. A partire dalla primissima scena – un Viale Buozzi ricco di palme e oleandri immortalato dalla terrazza dell’ormai defunto Hotel Roxy – e da quel Sambenedettese-Longobarda valido per la promozione in Serie A che altro non era che un vero Samb-Pistoiese del 3 giugno 1984, spareggio salvezza terminato 1 a 1 che garantì alla squadra di Roberto Clagluna la permanenza in cadetteria.
“Pure i ciak iniziali in casa Canà dove Banfi apprende dell’ingaggio da parte della Longobarda furono realizzati in un appartamento di San Benedetto” prosegue Martino, che nemmeno un anno dopo sarebbe tornato in città per confezionare “Mezzo destro, mezzo sinistro”, con Andrea Roncato e Gigi Sammarchi.
“Andammo di pari passo con la costruzione dello stadio nuovo, un gioiellino. Tra gli altri, ebbi il piacere di conoscere Gigi Cagni, una persona carina e simpatica”.
Si racconta che nella stesura del copione fosse in un primo momento prevista una nuova partecipazione di Banfi-Canà che sarebbe dovuto subentrare all’allenatore esonerato per risollevare le sorti della Marchigiana. Martino però smentisce: “No, assolutamente. Banfi fece L’allenatore nel pallone e poi il contratto scadde. Lino si dedicò ad altre produzioni. Per realizzare il sequel impiegammo più di vent’anni. Non aveva intenzione di girare un film parallelo nell’immediato, allora chiamai Gigi e Andrea, che conoscevo bene”.
Diversi giocatori della Samb, a partire da capitan Cagni, avrebbero dovuto prendere parte ad un cameo, saltato in extremis per colpa della brutta posizione in classifica in cui versavano i rossoblu al momento delle riprese. “Questo episodio sinceramente non lo ricordo – prosegue il regista – se ci furono dei contatti, questi li curò Valeri. I rapporti con la dirigenza li teneva lui”.
Nel film il mister Gianvincenzo Coligno (interpretato da Gianni Ciardo) veniva presto sostituito dal duro argentino Juan Carlos Fulgencio, impersonato da un brillante Leo Gullotta. “Mi sono ispirato un po’ a Herrera e un po’ a Juan Carlos Lorenzo, che allenò anche la Lazio. I capelli impomatati erano un riferimento a lui”.
La ‘trilogia sambenedettese’ si concluse nel 1986 con il tv-movie “Ferragosto Ok”. Nel cast comparivano sempre Ciardo, Mauro Di Francesco e Silvio Spaccesi, oltre alle giovanissime Eva Grimaldi, Sabrina Salerno e Alessandra Mussolini: “Ciardo, Di Francesco e Spaccesi non erano comici di primo grado, però erano bravi. C’era molta freschezza in quelle pellicole. Ciardo a mio giudizio avrebbe meritato maggiore successo. La Mussolini a quei tempi aveva un carattere molto diverso. Era timida e insicura, ancora non mostrava la grinta che avrebbe tirato fuori in politica negli anni successivi. Girammo in bassa stagione, verso maggio – conclude Martino – di solito in questi casi si fa così, gli hotel in piena estate si riempiono di turisti e non è possibile lavorare”.