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Sanità nel Piceno, Pasqualino Piunti chiede maggiore coinvolgimento delle amministrazioni locali

L'ex sindaco di San Benedetto del Tronto critica le disparità nella gestione sanitaria e sollecita un ruolo più incisivo della Conferenza dei Sindaci
Pubblicato il 2 Marzo 2025

SAN BENEDETTO DEL TRONTO. Le recenti polemiche legate all’approvazione dell’atto aziendale dell’Azienda Sanitaria Territoriale di Ascoli Piceno continuano a scuotere il dibattito politico locale.




A intervenire sulla questione è Pasqualino Piunti, ex primo cittadino di San Benedetto del Tronto e attuale consigliere comunale di opposizione per Forza Italia, che sottolinea l’urgenza di un maggiore coinvolgimento delle amministrazioni locali nella gestione della sanità nel Piceno.

Secondo Piunti, il tema della sanità è cruciale per l’intera comunità, ed è necessario un approccio più equilibrato per correggere le disparità che negli anni hanno penalizzato il sud delle Marche. «Su un tema di così grande importanza, la sanità riguarda tutti noi, c’è bisogno di grande equilibrio. Oggi, con grande fatica, si sta cercando di riparare a un vuoto politico che negli anni ha penalizzato il sud delle Marche».

Uno dei punti centrali del suo intervento riguarda il ruolo della Conferenza dei Sindaci, che Piunti considera essenziale per una distribuzione equa delle risorse sanitarie. A suo avviso, questa non dovrebbe essere relegata a un compito puramente consultivo, ma assumere una reale capacità decisionale: «Secondo me sarà fondamentale la Conferenza dei Sindaci, che dovrà indicare la strada secondo le necessità e le particolarità dei territori. Ci vuole un coinvolgimento continuo e ininterrotto con i medici, gli infermieri e gli OSS. Ma vanno aggiunte anche le organizzazioni sindacali. Il tutto cercando di evitare campanili che sicuramente ci indebolirebbero».

Piunti insiste sulla necessità di superare le rivalità territoriali, puntando invece a una gestione più efficiente del sistema sanitario provinciale, senza creare disparità che possano generare tensioni tra le strutture ospedaliere. Un esempio concreto da lui citato riguarda la mancanza di un primariato per la radiologia di San Benedetto del Tronto, a fronte della presenza di tre Unità Operative Complesse ad Ascoli Piceno: «Per evitare i campanilismi però non bisogna creare situazioni di sperequazione. Non si può, ad esempio, non prevedere un primariato o un responsabile medico per la radiologia di San Benedetto del Tronto e, al contempo, prevedere tre Unità Operative Complesse ad Ascoli. Abbiamo fior di professionisti e dobbiamo metterli nelle condizioni di ben operare».

Secondo il consigliere comunale, il Piceno potrebbe valorizzare le proprie eccellenze sanitarie e puntare sulla mobilità attiva, trasformando la propria posizione di “territorio borderline” in un vantaggio strategico. La sua proposta punta a un sistema sanitario più equo e funzionale, in cui le decisioni siano condivise e orientate al bene dell’intera comunità.