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Sanità, l’università di Stanford conferma: il professor Di Saverio ai vertici della chirurgia italiana

Il primario del Madonna del Soccorso ancora tra i primi in classifica. "Qui siamo in grado di offrire ottime tecnologie e strumentazioni all'avanguardia"
Pubblicato il 30 Ottobre 2023

SAN BENEDETTO DEL TRONTO. La comunità scientifica internazionale conferma il prestigio del primario di Chirurgia dell’ospedale di San Benedetto, il professor Salomone Di Saverio, che resta tra i primi chirurghi del mondo. Questa volta, a decretarlo, è l’Università di Stanford nell’aggiornamento, pubblicato un paio di settimane fa, della “World’s 2% Top Scientists”, la prestigiosa classifica dei ricercatori che si distinguono a livello mondiale per autorevolezza scientifica, sulla base del numero di pubblicazioni e di citazioni nelle relative aree disciplinari. I dati sono relativi a 22 aree scientifiche e 174 sottocategorie e spmp aggiornati al 1° ottobre 2023, sono stati raccolti tramite Scopus, uno dei database più importanti per le pubblicazioni scientifiche.

Nella nuova edizione della classifica sono inclusi molti medici e chirurghi italiani, che prestano servizio nell’università Italiane e nel Sistema Sanitario Nazionale. I marchigiani sono in tutto 36 che lavorano in UNIPVM. Il professor Di Saverio, per quanto riguarda la classifica dell’anno 2022, è al sesto posto tra gli italiani dopo nomi come, ad esempio, quello del professor Vincenzo Mazzaferro dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano o il professor Massimo Falconi del San Raffaele.

Nell’altra graduatoria, quella basata sull’intera carriera dei ricercatori, ove si trovano 68 chirurghi italiani, Di Saverio si è posizionato in graduatoria come sedicesimo. Sulla rivista Elsevier sono pubblicati la metodologia e i risultati.

Una soddisfazione per tutto il territorio che è sempre più consapevole di avere all’interno del proprio ospedale di riferimento una vera eccellenza della sanità. Ma anche per lo stesso professore: “Sono soddisfatto – ha affermato – di essere entrato in questa prestigiosa graduatoria per il secondo anno consecutivo, questo è il risultato di anni di impegno profuso tra Sudafrica, Bristol, Bologna e negli anni più recenti Cambridge e ASST Settelaghi in Lombardia. Sono fermamente convinto che la qualità delle moderne cure chirurgiche non possa prescindere dall’aggiornamento e ricerca scientifica e tutto quello che si fa in sala operatoria e in reparto si deve basare su una rigorosa preparazione e background culturale evidence-based ed aggiornato secondo la scienza più recente”.

“Centri di Eccellenza come Humanitas e San Raffaele e gli IRCCS italiani – continua il professore – ne sono l’esempio. Tutto ciò non deve comunque far dimenticare la valenza personale dei singoli professionisti e le risorse umane disponibili, altrimenti il rischio è che si arrivi a decidere ove essere trattati solo scegliendo l’ospedale o l’istituto e non il singolo professionista e la sua esperienza chirurgica o il suo background culturale e formativo. L’ospedale e la qualità delle cure sono offerte dalle persone e non dalla semplice struttura fisica dell’ospedale in cui si viene operati. E i due ospedali dell’AST Ascoli Piceno sono in grado di offrire ottime tecnologie e strumentazioni all’avanguardia ai loro pazienti, come ho sempre sostenuto, senza avere nulla da invidiare ai centri di eccellenza in cui ho lavorato in passato’. “

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