ASCOLI PICENO. Si è svolta oggi ad Ascoli Piceno la Conferenza dei Sindaci dell’Ast, un incontro fondamentale per discutere il bilancio preventivo e le osservazioni sul nuovo atto aziendale. Alla riunione, presieduta dal sindaco di Montalto delle Marche, Daniel Matricardi, ha partecipato anche la direttrice generale dell’Ast, Maria Bernadette Di Sciascio, che ha illustrato le principali voci di spesa della sanità provinciale.
Il bilancio preventivo: approvato il documento economico
Di Sciascio ha aperto la conferenza esponendo il bilancio di previsione, evidenziando i principali costi della sanità locale tra cui 148 milioni di euro per il personale, 60 milioni per la farmacia ospedaliera. E quasi 200 milioni per le prestazioni sanitarie a diversi livelli, comprese quelle della medicina di base.
Dopo una discussione articolata, il bilancio è stato approvato. San Benedetto e Ascoli hanno votato a favore.
Le modifiche all’atto aziendale: dibattito tra i sindaci
Oltre al bilancio, il confronto si è concentrato sulle osservazioni e controdeduzioni relative all’atto aziendale, documento che delinea la riorganizzazione dei reparti e dei dipartimenti sanitari della provincia. Un tema che, fin da gennaio, ha sollevato dibattiti tra sindacati, primari, sindaci e associazioni.
Di Sciascio ha risposto alle preoccupazioni sollevate da alcuni sindaci, confermando che nessuna struttura verrà penalizzata. In particolare:
- Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza: è stata accolta la modifica del nome dei PS di Ascoli e San Benedetto, confermando la presenza di posti letto.
- Anestesia e Rianimazione: nessuna riduzione di posti letto, ma un’integrazione tra i due ospedali per una maggiore efficienza.
- Alta Intensità Assistenziale Internistica: garantita la gestione dei pazienti complessi anche a San Benedetto, in alternativa alla Pneumologia (non istituibile per vincoli normativi).
- Cardiologia Riabilitativa: ottenuto il codice amministrativo per riconoscere l’attività di riabilitazione e ricoveri semintensivi.
- Radiologia Diagnostica: confermata un’unica UOC provinciale, con equa distribuzione sui due stabilimenti ospedalieri.
- Malattie dell’Apparato Digerente ed Endoscopia Digestiva: rappresenta un potenziamento della precedente Gastroenterologia, senza declassamenti.
- Gestione dell’Attività Chirurgica: sarà in staff alla Direzione Generale, come richiesto dal DL 73/2024, per ottimizzare la gestione delle liste d’attesa.
- Innovazione e Cyber Security: due nuove unità operative per sviluppare la digitalizzazione della sanità e rafforzare la sicurezza informatica.
- Malattie Infettive: nessuna riduzione, con previsione di una nuova unità medica.
Focus sui punti nascita e pediatria: lo scontro tra i sindaci
Uno dei temi più delicati è stato il Dipartimento Materno-Infantile e la questione dei punti nascita.
Il sindaco di Castignano, Fabio Polini, ha chiesto chiarimenti sulla riorganizzazione della pediatria:
“Questo significa che se un bambino nasce ad Ascoli e ha bisogno di assistenza pediatrica viene trasportato a San Benedetto?”
Di Sciascio ha replicato:
“No. Significa che la sede di San Benedetto vedrà implementate tutta una serie di prestazioni ambulatoriali. Non significa certo che Ascoli chiude. Se un bambino nasce ad Ascoli verrà curato ad Ascoli. Se un bambino ha bisogno di un intervento di chirurgia pediatrica, invece di andare al Torrette di Ancona, va a San Benedetto in virtù di un accordo con la chirurgia del Torrette.”
Di Sciascio ha poi espresso il suo disappunto su come la questione sia stata riportata nei giorni precedenti:
“Si è detto tutto e il contrario di tutto sui giornali, creando tensioni inutili. Nessuno viene danneggiato.”
Il vicesindaco di San Benedetto, Tonino Capriotti, ha a sua volta sollevato una perplessità:
“Se il punto nascite non dipende dall’Ast ma dal Ministero, che senso ha che l’Ast sottolinei che i due punti nascita restano? Mi sembra un passaggio pleonastico.”
Di Sciascio ha risposto:
“Non è affatto pleonastico, visto che era stato scritto sui giornali che il punto nascita di Ascoli chiudeva, cosa mai vera.”
L’assessore di Ascoli, Massimiliano Brugni, ha invece invitato a superare le divisioni locali:
“Abbiamo due stabilimenti e non dobbiamo cadere nella polemica campanilistica. La politica sanitaria non deve essere fatta solo per Ascoli o solo per San Benedetto. Siamo un territorio e dobbiamo procedere uniti.”
Prossimi passi: la decisione finale della Regione
Se il bilancio preventivo è stato approvato, l’atto aziendale è ora in attesa del via libera definitivo da parte della Giunta Regionale, che avrà l’ultima parola sulla riorganizzazione sanitaria del Piceno.
L’incontro di oggi ha segnato un passo avanti nel dibattito sulla sanità provinciale, confermando tuttavia che permangono sensibilità diverse tra i comuni di Ascoli e San Benedetto.