SAN BENEDETTO DEL TRONTO. “La proposta dell’atto aziendale non poteva evitare le osservazioni e le critiche provenienti dai vari organismi politici, associativi, istituzionali e civici. È come realizzare un nuovo piano regolatore senza incassare critiche, con la differenza che in sanità c’è di mezzo la buona gestione della salute”. Lo afferma Benito Rossi, di Orgoglio Civico.
“Premesso che in tutta la Regione non vi è uniformità di indirizzo politico sanitario, ne consegue che in ogni Ast si assumono decisioni sulla base delle diversità dei poteri trasversali decisionali, senza l’illusione che la programmazione sanitaria possa essere affidata a tecnici e professionisti .Tornando a casa nostra, nel Piceno, risulta chiaro che il maggiore peso decisionale risiede nella città di Ascoli Piceno. La Direzione Amministrativa è collocata al Mazzoni di Ascoli Piceno mentre al Madonna del Soccorso è rimasto poco e funzionale alla Direzione collocata al Mazzoni”.
Per Rossi la conseguenza è che “i numeri non contano e la filosofia direzionale rimane affidata al Mazzoni. Tutte le teorie che il Madonna del Soccorso sarebbe stato vocato alla gestione dell’emergenza non regge più e non corrisponde ai fatti. Inoltre i modelli organizzativi della ex zona 12 ( Madonna del Soccorso) e ex zona 13 ( Mazzoni ), non si sono mai integrati nell’attuale Ast5 pertanto meglio tornare alle zone territoriali per fare più chiarezza. Cosi procedendo la sanità costiera assumerà una formula organizzativa in virtù del fulcro Decisionale ben collocato al Mazzoni. Al di là delle formule politiche, dei poteri decisionali dove siano collocati, ciò che conta sono i risultati, tangibili, evidenti e senza scuse”.
“Ad ogni buon conto Orgoglio Civico esprime il proprio parere riguardo la proposta del nuovo piano sanitario aziendale per il quale ritiene imprescindibile spostare le risorse economiche a favore delle strutture organizzative sanitarie, ad es; perché non prevedere chiaramente una struttura complessa presso la Pediatria di San Benedetto ed una struttura complessa alla pediatria di Ascoli? Questo il principio che sosteniamo in via generale. Meglio una diversa razionalizzazione ed organizzazione del sistema amministrativo e/o dei centri gestionali degli acquisti piuttosto che ridurre il numero di strutture complesse destinate all’assistenza diretta del paziente. Poi ci sono i tetti di spesa che vengono imposti alla direzione ast5 per i quali la politica deve fare scelte chiare, perché non si può dimenticare che l’investimento politico è stato progettato su due ospedali. Ecco! Tutte decisioni politiche. Attualmente, purtroppo, percepiamo troppa confusione nella quale, la linea che divide la responsabilità dalla strumentalizzazione, da più versanti, è sempre più sottile, per cui a nostro giudizio meglio fermarsi e riflettere sulla strada intrapresa”.