SAN BENEDETTO DEL TRONTO. Il Partito Democratico Circolo Nord di San Benedetto del Tronto ha dato il via a un ciclo di incontri dedicati all’analisi del nuovo piano di gestione sanitaria, recentemente licenziato dall’ormai ex direttrice Natalini. Il primo appuntamento si è tenuto giovedì 6 febbraio e ha visto una partecipazione significativa, con la presenza di medici, operatori sanitari e rappresentanti politici del territorio.
Tra gli interventi principalisi sono registrati quelli di Luciano Agostini, Fabio Urbinati, Attilio Bellini, segretario del PD di Grottammare, e Claudio Carosi, segretario del PD di Cupra Marittima, accompagnato dal capogruppo in consiglio comunale. Presente anche Daniela Morelli, assessore del Comune di Monteprandone.
Il segretario del Circolo Nord, insieme ai membri della segreteria e all’Unione comunale che ha sostenuto la candidatura di Andrea Manfroni, ha annunciato che questo incontro rappresenta solo l’inizio di un percorso più ampio. L’obiettivo è coinvolgere l’intero territorio provinciale, con iniziative che non si limiteranno all’ambito partitico, ma si apriranno alla partecipazione popolare.
Secondo il PD, il nuovo Piano Aziendale non offre una visione strategica per il Piceno e continua nella riduzione dei servizi ospedalieri. Particolare preoccupazione è stata espressa per il futuro del punto nascite dell’ospedale Madonna del Soccorso, che secondo i dati ufficiali risulta il secondo per numero di nascite nelle Marche.
Sulla questione, Manfroni ha sottolineato: «Bene ha fatto la consigliera Bottiglieri a denunciare un cambio di rotta all’ultimo momento della Natalini, avvenuto dopo una plateale pretesa di Fioravanti, nel totale silenzio di Spazzafumo». Inoltre, ha ricordato che «il Madonna del Soccorso ha uno storico inequivocabile che lo pone al secondo posto nelle Marche per numero di nascite, non solo perché quarta in Regione per popolazione e per la capacità degli operatori che vi operano, ma anche come conseguenza degli oltre 2,5 milioni di euro investiti nel 2016 per adeguare la sala parto a standard di sicurezza più alti».
Un’altra criticità evidenziata riguarda le liste d’attesa per le prestazioni sanitarie nella Regione Marche. Secondo Manfroni, «se prima le attese erano anche molto lunghe, oggi siamo arrivati al paradosso che per alcune prestazioni non si riesce ad ottenere una prenotazione, costringendo di fatto il cittadino a rivolgersi alle strutture private». E aggiunge: «Se la strategia della Regione a guida Acquaroli non è in grado di garantire nemmeno questo, significa che la sanità pubblica nelle Marche si è arresa, consegnando la soluzione nelle mani della sanità privata».
Infine, viene sottolineata l’assenza nel Piano Aziendale di una chiara strategia per l’integrazione sociosanitaria, elemento ritenuto cruciale per il futuro del sistema sanitario locale. «Nulla si dice nel Piano Aziendale sull’integrazione sociosanitaria, che dovrebbe essere portata avanti tramite la collaborazione tra l’ambito sociale e il distretto territoriale sociosanitario».