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San Benedetto, l’ufficio di Stato Civile in forte difficoltà. La denuncia di De Vecchis: “Troppe pratiche inevase”

Il consigliere comunale interroga il sindaco sulle criticità segnalate dall'Ufficio Stato Civile: arretrati, PEC inevase e difficoltà operative
Pubblicato il 12 Febbraio 2025

SAN BENEDETTO DEL TRONTO. A San Benedetto si accendono i riflettori sulle difficoltà dell’Ufficio Stato Civile. Il consigliere comunale Simone De Vecchis ha presentato un’interrogazione a risposta orale rivolta al sindaco Antonio Spazzafumo, chiedendo chiarimenti sulle criticità segnalate già da mesi dai funzionari dell’ufficio.


Secondo quanto riportato in una comunicazione ufficiale inviata lo scorso luglio e successivamente a ottobre, il settore soffre di una grave carenza di personale, situazione aggravata dal pensionamento di un funzionario, avvenuto nel dicembre 2023, senza che sia stato previsto un rimpiazzo.

Tra i problemi evidenziati emergono un notevole arretrato nella trascrizione di atti di stato civile per cittadini italiani residenti all’estero (A.I.R.E.), PEC inevase e l’impossibilità di partecipare a corsi di aggiornamento, aspetto fondamentale per adeguarsi alle novità dell’Archivio Nazionale Informatizzato dei Registri dello Stato Civile (ANSC).

Dalla comunicazione emerge che l’attività quotidiana dell’ufficio è svolta in condizioni di forte pressione. Dal 1° gennaio 2024 sono stati gestiti 120 pubblicazioni di matrimonio, 101 atti di matrimonio, 104 atti di nascita, 88 atti di cittadinanza, 78 atti di morte e oltre 3.000 protocolli elaborati in uscita, numeri che evidenziano il peso del lavoro gravante su un personale ridotto.

Nell’interrogazione del consigliere De Vecchis chiede al sindaco se fosse a conoscenza di queste criticità e per quale motivo non abbia ancora fornito risposte, quali iniziative siano state adottate per risolvere i problemi a breve termine e se l’amministrazione intenda assumere nuove risorse per garantire il corretto funzionamento dell’ufficio.

L’assenza di un tempestivo intervento, infatti, non solo rallenta il servizio per i cittadini, ma potrebbe anche esporre il Comune a possibili azioni risarcitorie, con danni sia per i cittadini che per l’ente stesso.