di Massimo Falcioni
SAN BENEDETTO DEL TRONTO. Con la partecipazione di Luca Telese, si è chiusa martedì sera la mostra “1984-2024. Enrico Berlinguer, la democrazia come rivoluzione”, dedicata allo storico segretario del Partito Comunista Italiano.
Organizzata dall’Istituto Gramsci, col sostegno dell’associazione Buon Vento, l’iniziativa ha ripercorso in particolare le varie partecipazioni di Enrico Berlinguer nelle Marche attraverso l’esposizione di foto inedite dei vari comizi tenuti ad Ancona, Pesaro e Ascoli Piceno.
Il giornalista e scrittore ha presentato il suo ultimo libro “Opposizione. L’ultima battaglia di Enrico Berlinguer”, affiancato da Mario Carassai e Marco Marconi dell’Istituto Gramsci Marche. “Berlinguer era comunista, ma capì che quella storia era finita – ha detto Telese – comprese che non c’era possibilità di futuro. Aveva ironia e capacità di analisi. Aveva una levatura internazionale. Veniva dalla provincia, tuttavia aveva la visione di un grande leader nazionale”.
Per il conduttore di La7 tanti furono i detrattori dell’allora segretario del Pci: “In questo momento Berlinguer viene cercato ed evocato da molti perché ha vinto la sua battaglia con la storia. Ma vi ricordate cosa dicevano di lui? Fassino affermò che aveva perso la partita a scacchi con la modernità”.
Per Telese tramandare gli insegnamenti di Berlinguer ai giovani significa dar loro strumenti per l’avvenire: “Enrico è utile non come le foto di vecchi avi, ma perché ti aiuta ad affrontare il futuro. Il mondo non lo cambi se non hai una grande ambizione. Dobbiamo insegnare ai nostri figli quanto sia bello sognare di cambiare il mondo”.