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San Benedetto, l’allarme dalle barche del porto: “Non si trovano più comandanti e macchinisti. Manca la formazione”

La denuncia di Pietro Merlini: "Prima c'era anche un peschereccio scuola. Ora non c'è più nulla"
Pubblicato il 20 Aprile 2023

SAN BENEDETTO DEL TRONTO. «Marinai? Non se ne trovano più». E’ preoccupante che l’allarme arrivi da San Benedetto, uno dei porti storicamente più importanti dell’Adriatico per quanto riguarda l’attività peschereccia. A lanciarlo è Pietro Merlini, marittimo, armatore e delegato di Coldiretti Impresapesca che fotografa una situazione desolante denunciando la quasi totale mancanza di un ricambio generazionale che rischia di mettere ulteriormente in ginocchio una categoria già tartassata da problemi annosi e mai superati come il caro gasolio e le rigide regole che costringono le barche a stop spesso, almeno a detta degli addetti ai lavori, assolutamente evitabili.

Ora la tegola di una manovalanza sempre più rara. «Se parliamo di imbarcati – spiega Merlini – quella che viene decantata come la “tradizione sambenedettese” è ormai andata a farsi benedire. Gli imbarcati sono pochi e arrivano prevalentemente da fuori dei confini nazionali». Ma la situazione diventa drammatica quando si va a cercare personale qualificato e formato. Ad esempio macchinisti e comandanti: «Non se ne trovano – continua Merlini -. Se andiamo a fare una media anagrafica i comandanti più giovani hanno una cinquantina d’anni. Questo significa che tra una decina d’anni la maggior parte di loro andrà in pensione. E poi non ci sarà più nulla perché alle loro spalle non c’è nessuno. Non esistono giovani, attualmente, che possano prendere il loro posto». Alla base di questa situazione, secondo Merlini, c’è soprattutto l’assenza di un’offerta formativa.

«Una volta c’erano corsi professionali finalizzati proprio alla formazione di personale qualificato da impiegare a bordo delle barche. C’era un peschereccio – scuola a bordo del quale i ragazzi imparavano a muoversi. Ora non c’è più nulla». Va anche detto che la vita in mare, al netto delle migliore tecnologiche che hanno accompagnato gli ultimi decenni, resta sempre estremamente dura e sono sempre meno i ragazzi disposti a sacrificare la vita sulla terraferma per scegliere la strada del mare.

Tanto più che, anche a livello economico, la situazione non è più florida come poteva essere 30 o 40 anni fa. Soprattutto in questo periodo storico con il carburante salito alle stelle da oltre un anno. «Ora il prezzo sta scendendo – afferma Merlini – ma lo sta facendo in maniera lentissima. Rispetto a qualche mese fa si è arrivati fino a circa 80 centesimi (ieri il prezzo era di 0,79 per litro ndr) ma siamo comunque su livelli molto più elevati rispetto, ad esempio, al 2021». Una posizione, quella di Merlini, condivisa da tutte le altre marinerie marchigiane. «Tra la mancanza di ricambio generazionale, l’assenza di manovalanza, quella di personale qualificato, le cifre di mantenimento sempre più alte e i continui e spesso immotivati vincoli che arrivano da Governo e Comunità Europea, questo settore sta andando verso la rovina- e non so quanto ancora si potrà andare avanti a queste condizioni».

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