SAN BENEDETTO DEL TRONTO. Un corso di cucina come strumento per stimolare benessere psicofisico e favorire l’inserimento lavorativo. È questo l’obiettivo di “Mente in forno”, iniziativa rivolta a sei utenti del Dipartimento di salute mentale dell’Azienda sanitaria territoriale di Ascoli, tutti giovani tra i 20 e i 26 anni. Il progetto nasce dalla collaborazione tra il Dsm, l’associazione Utes e l’istituto alberghiero “Buscemi” di San Benedetto del Tronto.
Le lezioni si tengono ogni quindici giorni nei laboratori dell’alberghiero, grazie anche alla disponibilità di un docente cuoco. L’attività è strutturata in cinque incontri pensati per promuovere non solo abilità culinarie, ma anche competenze relazionali e autonomia personale. I promotori definiscono l’iniziativa come una vera e propria “terapia del benessere”.
Come spiegano dal Dipartimento di salute mentale dell’Ast, l’intervento è finalizzato a “incentivare il saper fare e il saper essere, l’autostima, far acquisire competenze di autonomia, di relazione e migliorare lo stile di vita”. Ma l’aspetto centrale è la prospettiva occupazionale: per molti dei partecipanti, l’esperienza rappresenta un possibile ponte verso l’inserimento nel mondo del lavoro.
La direttrice sociosanitaria dell’Ast di Ascoli, Sonia Carla Cicero, sottolinea: «Esperienze come queste sottintendono un lavoro sul recovery dei pazienti, ovvero che aiuta a uscire dal ‘ruolo’ di paziente psichiatrico per riappropriarsi del senso di essere persona/cittadino. È un esercizio volto a contrastare l’auto-stigma e a mettere a frutto le proprie abilità».
Il progetto si inserisce in una rete più ampia di percorsi riabilitativi attivati dal Dsm, che ha un’area specifica dedicata all’inserimento lavorativo. Attualmente sono 120 gli utenti ritenuti idonei a un possibile collocamento e 75 quelli già inseriti. «Nel 50% dei casi – precisano dal Dsm – l’inserimento si evolve in una assunzione continuativa», segno che questo tipo di iniziative può realmente trasformare fragilità in risorsa.