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San Benedetto intitola ad Andrea Pazienza una delle sue strade più belle

Rivoluzione della toponomastica a San Benedetto. Al disegnatore era intitolata la piazzetta a due passi dal centro, che diventerà invece piazza della Vecchia Pescheria
Pubblicato il 21 Maggio 2024

di Massimo Falcioni

SAN BENEDETTO DEL TRONTO. Rivoluzione della toponomastica a San Benedetto, con il viale delle Tamerici, una delle strade più rappresentative della città, che costeggia il mare dalla zona porto fino all’imbocco del litorale che cambierà presto nome in viale Andrea Pazienza.

Si tratta di una decisione a sorpresa dell’amministrazione comunale, che ha ratificato l’atto nel corso dell’ultima riunione di giunta.

Al disegnatore e fumettista, sambenedettese di nascita, ad oggi è intitolata solo la piazzetta, a due passi dal centro e che costeggia via Balilla, mai valorizzata e spesso considerata una zona non degna a ricordare e ad omaggiare l’artista, scomparso nel 1988 ad appena 32 anni. Pertanto, pure l’area in questione si trasformerà, divenendo la piazza della Vecchia Pescheria.

Diversi anni fa, il Comune ipotizzò un corposo restyling del perimetro. Si parlò infatti di una struttura trasparente in plexiglass non impattante che potesse diventare un punto di ritrovo per il quartiere. La piazza sarebbe potuta anche diventare un piccolo museo in memoria del disegnatore. Purtroppo però dagli annunci non si passò mai ai fatti.

L’artista

Figlio di Enrico Pazienza, docente di educazione artistica originario di San Severo, e della sambenedettese Giuliana Di Cretico, insegnante di educazione tecnica, Andrea nacque in riviera per volere della madre, nonostante risiedesse stabilmente in provincia di Foggia. All’età di dodici anni, invece, si trasferì per motivi di studio a Pescara.

L’esordio nel mondo dei fumetti avvenne nel 1977 con “Le straordinarie avventure di Pentothal”. Dal 1979 al 1981 collaborò col settimanale di satira “Il Male” e nel 1980 sul mensile “Frigidaire” debuttò il suo personaggio Zanardi.

Dal 1986 collaborò anche con “Avaj”, supplemento del mensile Linus, con “Tango”, settimanale del quotidiano L’Unità, con “Zut”, rivista satirica diretta da Vincino, e con “Comic Art”.

Milo Manara lo ha definito “il Caravaggio dei giorni nostri”, per Pier Vittorio Tondelli era “il James Joyce del fumetto”, mentre Roberto Benigni, che gli ha dedicato dopo la morte il film ‘Il piccolo diavolo’, diceva di Andrea: “Era eclettico ed anche molto bello: aveva la gioia di vivere negli occhi. Era inimitabile, un talento irripetibile”.