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San Benedetto, il professor Di Saverio tra i primi cinque chirurghi d’Italia. Lo afferma l’Università di Stanford

E' all'interno della graduatoria stilata ogni anno dall'ateneo in collaborazione con Elsevier. "Risultato di cui sono fiero"

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Redazione
 giovedì 17 Novembre 2022

SAN BENEDETTO DEL TRONTO
Il primario di Chirurgia dell’ospedale Madonna del Soccorso di San Benedetto, il professor Salomone Di Saverio, risulta tra i primi cinque chirurghi italiani nella classifica mondiale dei 200mila scienziati con livello più elevato di produttività scientifica, elaborato ogni anno dall’Università di Stanford in collaborazione con Elsevier.

Di Saverio è infatti tra i pochi chirurghi italiani presenti nella particolare classifica (della quale fanno parte medici di ogni parte del globo) e figura tra i primi cinque chirurghi del nostro Paese dietro Vincenzo Mazzaferro (Primario di Chirurgia Epatica all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano) e Claudio Bassi (Primario di Chirurgia del Pancreas a Verona). Nella classifica dei primi cinque vengono inseriti nella categoria dei chirurghi italiani anche Paolo Casale (urologo) e Pietro Gentili (che è un chirurgo plastico).

Un importantissimo riconoscimento per il medico colonnellese che dall’agosto 2021 dirige il reparto di Chirurgia dell’ospedale di San Benedetto, ma anche per il reparto stesso e per il team che affianca il professor Di Saverio nel lavoro quotidiano. Tra l’altro il primario, proprio nei giorni scorsi, ha pubblicato un articolo scientifico sull’americano Journal of Gastrointestinal Surgery relativo ad una nuova tecnica inventata dal medico franco spagnolo Santiago Azagra con il quale Di Saverio ha collaborato essendo anche uno dei pochi ad aver messo in pratica quella tecnica in due interventi.

Abbiamo raggiunto telefonicamente Di Saverio che, in queste ore, si trova al Policlinico Gemelli di Roma per un congresso del quale è relatore. Così ha commentato la notizia di questo prestigioso riconoscimento: “E’ un risultato di cui sono davvero fiero – ha affermato – si tratta di una graduatoria che contiene tutti i ricercatori nell’ambito scientifico di tutto il mondo e nella quale di chirurghi italiani non ce ne sono molti”.

In effetti all’interno della classifica i rappresentanti del settore per il nostro Paese non sono molti e all’interno figurano veri e proprio mostri sacri della medicina italiana come il professor Riccardo Rosati e il professor Massimo Falconi del San Raffaele che si trovano più indietro nella classifica. “Questo risultato è frutto dei miei primi anni da chirurgo trascorsi al Sant’Orsola con il professor Antonio Daniele Pinna e all’ospedale maggiore con il professor Elio Jovine. Di certo questo risultato è un’iniezione di entusiasmo per me e per lo staff del reparto per potenziare il percorso di collaborazione con i centri di eccellenza per la formazione e l’aggiornamento sia mio che dei miei collaboratori. Un percorso che abbiamo portato avanti nell’ultimo anno che ci ha visto stringere importanti rapporti di collaborazioni con centri come il Gemelli, il centro Humanitas di Milano o il San Raffaele”.

Tutto questo in un’ottica di implementazione che il primario ha cercato di perseguire dal momento del suo arrivo in Riviera: “Parlo della chirurgia oncologica soprattutto per i casi più complessi non solo nelle neoplasie colon-rettali ma anche in quelle epatobiliopancreatiche e esofagogastriche ed e credo che un ospedale pubblico deve essere in grado di rispondere e trattare anche questo genere di casi con una qualità che secondo me non deve essere inferiore a quella che si trova nei centri d’eccellenza“.

© LA NUOVA RIVIERA|RIPRODUZIONE RISERVATA

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